Senigallia

Truffe e bancarotta: confiscati a un senigalliese beni per oltre 500mila euro

Una villa, un'auto di lusso e una potente moto sono state confiscate dai finanzieri a un 60enne pluripregiudicato della spiaggia di velluto: costituiva società per truffare privati e poi le lasciava fallire

La villa confiscata dalla Guardia di Finanza a un senigalliese indagato per truffe e bancarotta fraudolenta
La villa confiscata dalla Guardia di Finanza a un senigalliese indagato per truffe e bancarotta fraudolenta

SENIGALLIA – Villa, auto e moto, per un valore di oltre 500mila euro sono stati confiscati dalla Guardia di Finanza a un senigalliese pluripregiudicato per reati finanziari, truffe e bancarotta. Una misura preventiva disposta dal Tribunale di Ancona ed eseguita nei giorni scorsi dalle Fiamme Gialle del nucleo di polizia economico-finanziaria di Ancona nell’ambito di una complessa operazione denominata “Mandriano” che si protrae da oltre due anni.

I controlli, incrociati tra banche dati e indagini finanziarie, hanno infatti permesso ai finanzieri di accertare la completa difformità tra i redditi dichiarati, il tenore di vita e il patrimonio direttamente e indirettamente riconducibile all’uomo, 60 anni, originario di Senigallia. Patrimonio che secondo la Finanza è stato acquisito grazie ai considerevoli profitti illeciti derivanti da reati tributari, bancarotta fraudolenta e truffa. 

Il 60enne, oltre a truffare privati cittadini, aveva costituito diverse società per gestire il denaro: società poi svuotate del patrimonio e portate al fallimento. Un soggetto che la Guardia di Finanza ha segnalato come socialmente pericoloso.

Tra i beni confiscati ci sono una villa di pregio ed un garage ubicati in Senigallia, un’autovettura di grossa cilindrata (Mercedes classe E) e una potente motocicletta (BMW K1600 GTL), precedentemente sequestrati dalle Fiamme Gialle nel luglio del 2019. Con la confisca la proprietà dei beni del valore di oltre 500mila euro passa definitivamente allo Stato. Per occultarli agli occhi dei finanzieri, ne aveva mascherato la proprietà: la villa e l’autovettura attraverso un’azienda italiana partecipata da una società fiduciaria ubicata nella Repubblica di San Marino; la moto di pregio era invece intestata fittiziamente alla compagna.

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