OSTRA – Stavolta il lieto fine c’è ed è una buona notizia non solo per la vittima di una truffa, che ha potuto recuperare quanto trafugato dai malviventi, ma per l’intera comunità dato l’arresto di un uomo da parte dei carabinieri.
Tutto si è svolto il 26 aprile scorso quando una 80enne residente a Ostra, in provincia di Ancona, nel primissimo pomeriggio aveva subito una truffa e aveva consegnato denaro e gioielli al complice di un sedicente maresciallo dei carabinieri per un incidente stradale – in realtà mai avvenuto – occorso al figlio.Il bottino trafugato si aggira sui 600 euro in contanti e un sacchetto contenente numerosi gioielli e monili in oro, ricordi di un’intera vita.
Fin qui tutto come al solito, purtroppo. La particolarità della vicenda sta nel fatto che nello stesso pomeriggio i malviventi sono stati fermati dai carabinieri dell’aliquota radiomobile di Castel di Sangro (L’Aquila), impegnati in uno dei consueti servizi di controllo del territorio, rafforzati nel fine settimana della festa della Liberazione. La pattuglia ha fermato sulla statale 17 un’auto e controllato gli occupanti. L’uomo alla guida, un 56enne residente fuori regione, peraltro già noto alle forze dell’ordine per truffa, è apparso nervoso, così come l’altro passeggero, minorenne. Il che ha richiesto una perquisizione personale e veicolare, svolta assieme ai carabinieri della stazione di Pettorano sul Gizio, giunti nel frattempo in supporto.
La perquisizione ha permesso di trovare il bottino della truffa e i successivi accertamenti hanno dato modo alla vittima del raggiro di riavere indietro i suoi beni, tutto compreso. Conclusi gli accertamenti, i carabinieri hanno arrestato in flagranza il 56enne per il reato di truffa aggravata in concorso e, su disposizione del pubblico ministero di turno presso la procura della Repubblica di Sulmona, lo hanno condotto in carcere, in attesa dell’udienza di convalida. Il passeggero minorenne, segnalato per lo stesso reato alla procura della Repubblica minorile di L’Aquila, è stato affidato alla madre. Entrambi sono innocenti sino a sentenza definitiva.
Le indagini proseguiranno per verificare se l’uomo si sia reso protagonista di altri episodi analoghi, nell’aquilano o altrove, e se ci siano altri complici.
