Senigallia

Trecastelli, negativi i tamponi a ospiti e personale della Lavatori Mariani

Rassicurante la situazione nella casa di riposo a Ripe. Il presidente e medico Paolo Lavatori: «Visite vietate agli esterni e ai primi sintomi scattava l'isolamento. Questa è la chiave»

La casa di riposo per anziani della fondazione Opera Pia Lavatori Mariani, a Ripe di Trecastelli
La casa di riposo per anziani della fondazione Opera Pia Lavatori Mariani, a Ripe di Trecastelli

TRECASTELLI – Tutti negativi i risultati dei tamponi effettuati agli ospiti e al personale operante nella casa di riposo della fondazione Opera Pia Lavatori Mariani. La buona notizia arriva dal presidente Paolo Lavatori, medico di medicina generale che da tempo aveva chiesto che venissero fatti i test a tutta la piccola comunità di viale Umberto I a Ripe di Trecastelli.

Dopo una lettera di protesta perché venissero inclusi anche i medici presenti o che si recano in struttura per controllare lo stato di salute dei propri assistiti, la situazione si è sbloccata e finalmente sono stati eseguiti i dovuti controlli. Dovuti perché altrimenti non si potrebbe sapere se è positivo al coronavirus un ospite, un operatore socio sanitario, un infermiere o un medico asintomatico. Con il rischio che nel frattempo contagi altre persone che nelle comunità per anziani sono tutte fragili.

L’occasione è stata propizia per fare anche il punto sulla situazione alla casa di riposo di Trecastelli che, non è la sola nella vallata del Misa e Nevola, ha registrato zero contagi sia tra i 49 ospiti, sia tra i circa 30 operatori, sia tra i tre medici (quelli più presenti al suo interno). «La chiave è stata la prevenzione e l’isolamento – spiega il presidente Lavatori – perché a ogni sintomo sospetto l’ospite è stato allontanato in stanze libere lontane da tutti gli altri, così come gli operatori che vi erano entrati a contatto». Insomma si è agito come se la persona fosse stata positiva.

«Altre stanze sono poi state usate per il cambio degli operatori, creando quindi una sorta di comunità isolata». Ovviamente anche a Trecastelli sono state vietate le visite dei parenti, in modo da ridurre il rischio che dall’esterno il virus potesse penetrare all’interno. «La difficoltà più grande è stata – continua Lavatori – il distanziamento dagli altri ospiti, soprattutto nei momenti dei pasti, ma grazie alle mascherine a chiunque avesse dei sintomi sospetti e agli spazi grandi, abbiamo retto bene».

«Sul fronte mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, il grazie va ad alcuni enti – come la Cassa di Risparmio di Jesi, le ditte del territorio e la protezione civile – che le hanno donate», facendo fronte alla carenza di dpi proprio nel periodo peggiore per quanto riguarda la diffusione di covid-19. Un lavoro di squadra che ha permesso di raggiungere un ottimo risultato, anche se la battaglia non è ancora conclusa e i tamponi o i test sierologici dovranno continuare a essere eseguiti per monitorare una situazione che oggi è ottimale.

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