Senigallia

Tre bambine africane prese in cura dalla fondazione Balducci Rossi di Senigallia

Avviati i percorsi sanitari per tre piccole pazienti della Costa d'Avorio, ora ricoverate negli ospedali italiani di Massa Carrara e Roma grazie al progetto umanitario della onlus guidata da Tommaso Rossi

Una delle bambine portate dalla fondazione Maria Grazia Balducci Rossi di Senigallia a curarsi negli ospedali italiani
Una delle bambine portate dalla fondazione Maria Grazia Balducci Rossi di Senigallia a curarsi negli ospedali italiani

SENIGALLIA – Sono tre le bambine provenienti dall’Africa prese in carico recentemente dalla fondazione Maria Grazia Balducci Rossi di Senigallia che ha attivato un ponte umanitario per curare le loro patologie cardiache. Tre bambine le cui prospettive stanno per cambiare, arrivando in Italia da un paese – come la Costa d’Avorio – dove spesso una debolezza fisica o una menomazione presente dalla nascita porta all’isolamento o comunque a ritenere inutile anche solo affrontare la malattia. Così il destino di Knahore, Kanga e Ouattara è in parte già cambiato. 

Una bambina è infatti già stata operata all’ospedale di Massa Carrara, sta bene e sta tornando a casa; per una seconda, invece, è cambiato il quadro clinico, più grave di quanto diagnosticato all’inizio e la sua situazione è in fase di valutazione sempre allo stesso ospedale toscano dove si prospetta un intervento a cuore aperto, con giorni di degenza in terapia intensiva e con tempi di recupero più lunghi. Una terza piccola paziente di quasi due anni – in un primo momento ricoverata all’ospedale a Torrette di Ancona e poi trasferita all’ospedale Bambin Gesù di Roma – sta attendendo ancora l’operazione poiché prima soggetta a un’infezione e attualmente positiva al covid. Superata questa fase anche lei potrà procedere con l’intervento.

Prosegue dunque il progetto umanitario della fondazione senigalliese, presieduta dall’imprenditore Tommaso Rossi: lo scopo è affrontare è la scarsa attenzione riguardo ai problemi cardiaci dei bambini nei paesi africani. Come? Creando ponti o corridoi umanitari che possano portare i piccoli pazienti in Italia ed essere sottoposti a cure e interventi secondo gli standard sanitari europei. Una rete che fa bene al cuore. Di tutti.

Ti potrebbero interessare