Senigallia

«Mio figlio salvato da uno sconosciuto in discoteca»

L'appello di una mamma che ha potuto riabbracciare suo figlio: «Non doveva essere lì, colpa mia, ma non giudicatemi vi prego»

Il momento del crollo della balaustra all'uscita di sicurezza della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo
Il momento del crollo della balaustra all'uscita di sicurezza della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo

SERRA DE’ CONTI – «Nella discoteca di Corinaldo c’era anche mio figlio: un ragazzo l’ha tirato fuori da tutto quel caos dopo il cedimento della balaustra mentre era privo di sensi. Vorrei sapere chi è per poterlo ringraziare perché non smetterò mai di farlo». A parlare è Lucia la mamma di Nicolas, per la prima volta in discoteca a nemmeno 15 anni, assieme a un’amica. In quella calca creatasi alla Lanterna Azzurra suo figlio ha rischiato la vita e, incosciente, è stato salvato da un ragazzo di cui non ricorda altro che il colore della pelle e la capigliatura.

Dalle ore immediatamente successive alla tragedia, Lucia sta cercando quell’eroe sconosciuto che ha tirato con forza suo figlio fuori dall’ammasso di corpi, dalla confusione, dalla morte. «A te che leggi… Grazie per avere tirato fuori mio figlio da quel buco! Non finirò mai di ringraziarti. Dio vegli su di te…» Questo il messaggio che Lucia ha postato su Facebook sperando che l’autore di quel bel gesto alla discoteca possa leggerlo.

«Sono sconvolta, se penso che era privo di coscienza sopra e sotto ad altre persone… Non so come sia potuto accadere, nemmeno Nicolas se lo ricorda con precisione. Sappiamo che prima si è aggrappato all’uscita di sicurezza della discoteca per non cadere, che poi ha perso i sensi e che ora lui è salvo grazie a uno sconosciuto». Un giovane, sembra maggiorenne ma senza alcuna divisa né simbolo degli addetti alla security, ha tirato fuori dalla mischia tanti ragazzini come Nicolas.

«Mio figlio è stato portato poi in un salone dove mi è stato detto che sui divanetti erano stesi tanti giovani, alcuni privi di coscienza, dove altri coetanei stavano praticando il massaggio cardiaco, dove sono stati raccolti indumenti, scarpe, telefoni, giubbotti». Sono informazioni frammentate, confuse, quelle su cui Lucia sta cercando di fare chiarezza, senza troppo successo, di quella tragica notte in discoteca.

«Io e la mamma della sua amica siamo andate a riprenderli: ho deciso di portare mio figlio all’ospedale di Fabriano, perché immaginavo che Senigallia sarebbe stato preso d’assalto e che a Torrette erano ricoverate le persone in condizioni più gravi».
È stato dimesso il giorno dopo la tragedia, domenica. Oltre ad aver perso i sensi, Nicolas porta ancora i segni di quella nottata: è stato colpito – ha i lividi – graffiato e morso da chi era disperato e cercava in ogni modo di allontanarsi da quella ressa.

«È stato veramente un giorno orribile – continua la madre Lucia – ho i brividi se penso che quella discoteca era praticamente una grande casa in cui c’erano centinaia di ragazzi. È colpa mia: non dovevo mandarlo lì e sono stata fortunata a poterlo riabbracciare. Ma vi prego non giudicatemi, ora abbiamo solo bisogno di sostegno». In tanti nel paese si sono mossi per portare quella solidarietà, così preziosa in quei momenti e nelle ore immediatamente successive, al ragazzo e alla famiglia. Ora serve il sostegno psicologico e sociale della comunità, non solo quella corinaldese o senigalliese, profondamente segnata dalla tragedia. Un appello dalla mamma di un ragazzo quasi miracolato: «vorrei che nelle scuole si insegnasse la gestione del panico, si informassero i ragazzi su come evacuare da un edificio, non solo in caso di terremoto, perché sabato abbiamo visto quanto sia tragicamente necessario».

 

PER SAPERNE DI PIU’

Ti potrebbero interessare