Senigallia

Terapia intensiva, nessun posto aggiuntivo per l’ospedale di Senigallia

Nessun potenziamento è previsto dall'Asur per il nosocomio della spiaggia di velluto, come confermato anche dal consigliere regionale Volpini. Il comitato Facciamo Eco lamenta la strana dimenticanza dei vertici regionali e lo scarso peso della politica locale

L'ospedale di Senigallia
L'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – Il comitato “Facciamo eco” denuncia l’assenza di Senigallia tra le città a cui verranno assegnati nuovi posti di terapia intensiva. Nessun posto tra i cento previsti dal decreto rilancio del governo in tutta la regione Marche. Quello che doveva essere per certi versi un riconoscimento al sacrificio che la città e l’ospedale avevano patito nei mesi scorsi per via dell’emergenza coronavirus e negli anni scorsi per via dei continui tagli, rischia di tramutarsi in una sonora beffa. Di simile parere anche il consigliere regionale nonché medico senigalliese Fabrizio Volpini.

Nei mesi di marzo e aprile – ricordano dal comitato Facciamo Eco, nato inizialmente per contrastare il progetto di un impianto per il trattamento dei rifiuti al Cesano – quasi tutti i reparti dell’ospedale di Senigallia sono stati trasformati in coviderie, con medici e infermieri impegnati 24 ore su 24, alcuni contagiati dal coronavirus mentre tutte le attività sanitarie per la cittadinanza sono state sospese a tempo indeterminato.

Dopo mesi di impegni e sacrifici, solo a Senigallia ci sono stati circa 34 decessi legati al coronavirus, i vertici della sanità regionale non hanno previsto per il nosocomio della spiaggia di velluto alcun potenziamento dei posti letto per la terapia intensiva. Nessun motivo è stato ancora reso noto per quanto riguarda il criterio della distribuzione di questi cento posti aggiuntivi richiesti dal governo per la regione Marche, ma la notizia è stata confermata anche dal consigliere regionale e presidente della commissione sanità Fabrizio Volpini. 

Quest’ultimo, intervenendo in una conferenza stampa alla fondazione Opera Pia Mastai Ferretti a Senigallia, ha lanciato l’appello perché venga riequilibrato bene tra tutti i territori regionali l’aumento di posti letto di terapia intensiva prevista dal decreto rilancio: «Non è possibile – conclude – che Marche Nord abbia 41 nuovi posti, Torrette 48 e gli altri 11 nel resto della regione. Sarebbero briciole».

Dopo la lamentele del personale della terapia intensiva senigalliese che ha sottolineato gravi carenze strutturali e non solo durante l’emergenza coronavirus, il comitato Facciamo Eco attacca gli amministratori della sanità regionale e la politica locale. «Nella mente dei cittadini il ricordo e la paura sono ancora vivi, non sono venute meno la stima e la gratitudine per i sanitari che hanno dato tutto. Ma per la memoria degli amministratori e della politica forse tutto questo è già un lontano ricordo. Dopo le pacche sulle spalle agli “eroi”, le orgogliose affermazioni dell’ “abbiamo retto bene all’urto” e del “siamo specializzati nella gestione del covid” ora siamo alla conta dei fatti, quelli concreti e veri».

Fatti che hanno lasciato comprendere «l’inadeguatezza della struttura della nostra rianimazione e l’insufficiente numero dei posti di terapia intensiva. E nel rischio di una possibile seconda ondata di covid-19, apprendiamo che  i vertici della sanità regionale hanno stabilito in quali ospedali saranno nell’estate allestiti questi nuovi posti letto: Ancona, Pesaro, Jesi, Fermo e San Benedetto. Non compare l’ospedale di Senigallia! Dov’è l’atteso riconoscimento dovuto all’ospedale di Senigallia dopo la generosa disponibilità prestata nell’emergenza covid e dopo il grido di aiuto lanciato dalla nostra rianimazione? Cominciamo a chiederci se davvero ci sia qualcuno in grado di far valere e tutelare le ragioni e i bisogni di una cittadinanza, quella senigalliese, che davvero non merita di essere l’unica dimenticata».

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