Senigallia

Tari 2020, quarta rata ignota a Senigallia. Per la Lega è una «furbata elettorale»

L'amministrazione comunale ha inviato i bollettini per la tassa sui rifiuti con solo le prime tre rate: il saldo verrà calcolato sulla base di nuove tariffe. Per il carroccio è solo uno stratagemma per scaricare sui prossimi amministratori la colpa di un aumento

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SENIGALLIA – In questi giorni stanno arrivando ai cittadini senigalliesi i bollettini per il versamento della tassa sui rifiuti (tari) per il 2020. La prima novità è quella relativa alla mancata possibilità di versare tutto il dovuto in un unico pagamento mentre la seconda, connessa alla prima, anzi sua “causa”, è che sono rese note per il momento solo tre delle quattro rate da pagare.

La quarta infatti verrà “da sé”: il saldo, secondo quanto precisato dall’amministrazione comunale e comunicato con lettera ai cittadini, verrà calcolato sulla base delle nuove tariffe 2020 che, per legge, entreranno in vigore solo a partire da dicembre prossimo; le prime tre rate sono state calcolate invece sulla base delle tariffe del 2019.

Ma secondo la Lega di Senigallia, il calcolo differito della quarta rata della tari è solo un escamotage per rimandare l’ultima stangata a dopo le elezioni comunali e regionali. «A tutt’oggi non è dato sapere a quanto ammonta la tassa annuale 2020 sui rifiuti e, “non è peccato pensare” che con tutta probabilità, saranno previsti aumenti tariffari.  A fine anno, però, il periodo elettorale sarà concluso e si sarà già insediata una nuova amministrazione comunale. Ovviamente, le persone meno attente, convinte di aver già pagato l’intera somma dovuta per la tari, si accorgeranno solo a fine anno di questo stratagemma». In realtà è scritto – come da foto allegata – ben chiaro che si tratta solo delle prime tre rate.

Lo schema per la tari (tassa rifiuti) 2020 spedito ai cittadini dal Comune di Senigallia
Lo schema per la tari (tassa rifiuti) 2020 spedito ai cittadini dal Comune di Senigallia

Secondo la Lega però si tratterebbe di una «furbata finalizzata a non perdere il consenso elettorale nel breve periodo», con la quale si «prende in giro la cittadinanza, lasciando alla futura amministrazione (qualunque essa sia) l’impopolarità dell’eventuale aumento tariffario», mentre l’amministrazione ha già reso noto che si tratta di una questione prettamente amministrativa legata all’applicazione delle nuove tariffe che non sarebbe possibile applicare prima di ottobre.