Senigallia

Summer Jamboree, cresce l’attesa

Concerti, spettacoli, ma anche shopping nel village allestito nel parterre della Rocca Roveresca. Il Summer Jamboree è pronto a trasformare ancora una volta Senigallia nella capitale della musica e cultura americana degli anni '40 e '50

Il numero del National Geographic

SENIGALLIA- Il Festival Internazionale di musica e cultura anni ’40 ’50 è in programma in città dal 26 luglio al 7 agosto. Un’edizione più lunga per festeggiare i 18 anni in pieno stile Summer Jamboree. Dopo i numerosi servizi televisivi, i tanti articoli sulla kermesse da numerose riviste, anche il “National Geographic” ha voluto dedicare un servizio al Summer Jamboree. Il programma e gli ospiti sono stati svelati. Ancora top secret l’artista che animerà il Big Hawaiian Party.

Gli artisti

28 luglio
Roy Gaines
è una leggenda vivente della chitarra blues. Cresciuto a Houston, Roy Gaines ha subito dimostrato di avere un talento musicale. È stata sua madre ad incoraggiarlo comprando un piano da tenere in casa quando Roy era un bambino. All’età di quattordici anni tuttavia è passato alla chitarra nella speranza di avere più successo con le ragazze. Non è passato molto tempo prima che cominciasse a suonare sul palco con T-Bone Walker, di andare in tour e registrare album con grandi del blues, tra cui Chuck Willis, Big Mama Thornton e Ray Charles, e di lavorare per Bobby “Blue” Bland and Junior Parker. Roy ha conosciuto anche la scena di Hollywood: ha messo a disposizione il suo talento nello scrivere canzoni nei film “How Many Roads” e “Il colore viola”. Con oltre sessant’anni di esperienza come musicista blues, Roy è ancora un portento da non sottovalutare. Sul palco le sue esibizioni sono esplosive, piene di forza e di orgoglio per la strada compiuta finora, con una potenza scenica all’altezza della sua storia. Il sound che sprigiona la sua chitarra dimostra la sua versatilità come musicista, cantante e compositore di testi e regala al suo pubblico un blues, un rock e uno swing che hanno il sapore del Texas e di New Orleans.

29 luglio
Chris Montez
è conosciuto come uno dei primi “Chicano rock pioneers”. Cresciuto a Los Angeles, da bambino aveva l’abitudine di cantare e suonare la chitarra con i fratelli, fondendo insieme le influenze delle sue radici latine con il suo amore per Rock n’Roll. Alle scuole medie aveva già formato una band registrando anche alcune canzoni originali. Era solo un ragazzo quando ha cominciato a seguire in tour Sam Cooke, i Drifters, i Platters e Clyde McPhatter e prima ancora si era già esibito in UK al fianco di Tommy Roe e The Beatles. Nei primi anni ’60 poteva dire di aver già avuto un successo in classifica: la popolarità della sua hit “Let’s dance” non è mai stata messa in discussione negli anni. Montez ha accumulato una serie di pezzi di successo fuori dagli Stati Uniti tale da consacrarlo come una star internazionale. Nel corso della sua carriera ha inciso sia in inglese che in spagnolo canzoni che sono diventate hit in tutto il mondo. Gira ancora in tour e non ha mai smesso di crescere come artista negli anni. La sua musica mescola l’influenza unica della sua cultura ispanica con ritmo e blues. Chris Montez non ha alcuna intenzione di fermarsi: la sua musica è viva più che mai ancora oggi quando si parla di rock’n’roll.

30 luglio
I Del Satins
si sono formati nel 1958 a Manhattan attraverso la fusione di due gruppi doowop esistenti: The Yorkville Melodies e The Jokers. I membri originali erano Stan Zizka (leader), Fred Ferrara (baritono), suo fratello Tom Ferrara (basso), Leslie Cauchi (primo tenore), e Keith Koestner (secondo tenore). Il nome Del Satins è stato scelto come omaggio a due band: “The Dells” e “Five Satins”. Classificandosi primi ad un prestigiosa “Battaglia dei gruppi” a New York, i Del Satins partono lanciatissimi verso il successo. Quando il gruppo è pronto per la prima registrazione avviene un cambiamento: Koestner abbandona e viene sostituito da Bobby Faila. Nel 1961 registrano il loro singolo di debutto “I’ll Pray for You” (End Records). All’inizio il pubblico pensava che il gruppo fosse composto da cantanti di colore a causa del loro sound. Realizzano in seguito “Teardrops Follow Me” nel 1962, seguito da “Best wishes, good luck and goodbye” e “Does my love stand a chance”, dopo di che diventano ospiti fissi del programma televisivo “Clay Cole T.V. Show”. Dion Di Mucci, dopo aver lasciato i Belmonts, fa loro un provino e dopo aver ascoltato appena mezza canzone li assume come backing band per tutto il disco. Insieme registrano “Runaround Sue” che li porta al numero uno nelle classifiche di Billboard. I Del Satins hanno anche cantato su successi da solista successivi di Dion, brani storici come: “The Wanderer, “Lovers Who Wander”, “Little Diane”, “Love Comes to Me”, “Ruby Baby” e”Drip Drop” (Laurie Records). Di seguito la scelta: trasferirsi in California con Phil Specter, o andare con Dion alla Columbia Records? Hanno scelto la seconda e registrato la mitica “Donna the Prima Donna”. Dion ha poi prodotto con la Columbia il loro singolo “Feeling no pain”. I Del Satins sono nuovamente al numero uno anche con la canzone di Ernie Maresca “Shout,shout, knock yourself out”. Ernie Maresca che ha scritto, tra le tante, anche il grande successo “The Wandererrlie”. Il gruppo di oggi è composto dai membri originali Stan Zizka e Tom Ferrara, insieme a Edie Van Buren, Charlie Aiello ed Emilio Funatora formano i “Stan Zizka’s Del Satins”: un ciclone di musica e personalità. Vederli e sentirli dal vivo proporre tutti i loro successi ed alcuni delle più grandi hit di Dion sarà come gustarsi un disco dell’epoca.

1 agosto
Sono passati dieci anni da quando l’inglese James Hunter è esploso sulla scena, arrivando in cima alla classifica Billboard Blues, guadagnandosi una nomination ai Grammy e ottenendo un successo che mette d’accordo critici e fan, tra cui Van Morrison, Sharon Jones e Allen Toussaint. In questo lasso di tempo Hunter è stato in tour senza sosta praticamente in tutto il mondo esibendosi nel circuito dei club, dei teatri e dei festival aumentando continuamente il suo pubblico. A contribuire alla fama di potenza del soul di Hunter ci hanno pensato i suoi dischi acclamati per il suo talento sia come live performer e forse ancora di più come cantautore. È lui infatti a mettere la firma sui suoi testi con una scrittura che, come ha detto qualcuno, “condivide la magistrale architettura e la creatività ispirata di Smokey Robinson” messa insieme a una voce di per sé naturale che evoca artisti del calibro di Ray Charles o Sam Cooke. Dai driving stompers, agli estimatori della rumba, dagli easy rockers fino agli amanti dello swinging soul, la sua musica trasuda di una freschezza e un sentimento che arrivano direttamente dall’anima dell’uomo che i fan di James Hunter hanno imparato ad amare. Le sue composizioni musicali senza tempo sono canzoni destinate a durare per sempre con quella purezza e ingenuità, cantate con un equilibrio ben calibrato di tenerezza e grinta, rendendo James Hunter amato ora come quando ha iniziato.

2 agosto Big Hawaiian Party

3 agosto
Da quando circa dieci anni fa ha iniziato con questo progetto, Pat Capocci si è rivelato come uno dei professionisti più apprezzati in Australia per quanto riguarda la musica rockabilly e roots. Ha iniziato a suonare a 16 anni unendosi a delle band e da allora ha lavorato ininterrottamente nella scena rock’n’roll scrivendo canzoni, producendo dischi e suonando per far fronte alle tantissime richieste. Il suo atteggiamento laborioso e la mentalità del “tutto o niente” gli hanno fatto guadagnare rispetto sia a livello nazionale che internazionale. Ha suonato al fianco di alcuni tra i migliori artisti internazionali più stimati, tra cui solo per fare qualche nome, Deke Dickerson, Big Sandy, Imelda May e Justin Townes Earle. Lo stile unico e il carisma di Pat unito alla sua naturale capacità di scrivere canzoni (mescolando i sapori dello swing occidentale, del jazz, del country e del blues) hanno visto la sua band superare ogni novità del genere mostrando orgogliosamente l’integrità e quell’essere senza tempo della musica. La fusione dirompente di grandi chitarristi come Charlie Christian, Johnny Guitar Watson, Merle Travis e Django Reinhardt e Grady Martin, insieme alla sua grande passione e determinazione, mostrano chiaramente perché Pat è considerato uno dei migliori professionisti moderni australiani della musica Rockabilly.

4 agosto
Carl Sonny Leyland
è cresciuto sulla costa meridionale dell’Inghilterra, vicino alla città di Southampton. Negli anni ’50 si è innamorato del rock’n’roll, il suo primo amore, ascoltando i dischi di suo padre ma nel 1970, quando ha visto esibirsi il mitico Carl Perkins che si trovava in tour nel Regno Unito, il Rockabilly è entrato definitivamente nella sua vita. Carl Sonny Leyland inizia a suonare il pianoforte all’età di 15 anni ispirato dal Boogie Woogie di personaggi come Albert Ammons, Pete Johnson e Meade Lux Lewis. Si è subito dimostrato molto portato, tanto che dopo soli tre mesi si è esibito pubblicamente per la prima volta e dopo sei mesi è stato ingaggiato da una blues band locale con la quale ha iniziato a suonare nei pub e nei locali. Nel 1988 Leyland, dopo essere stato in vacanza negli Stati Uniti decide di trasferirsi lì in maniera permanente dopo esserne rimasto folgorato. Col passare degli anni l’artista ha ampliato il suo repertorio musicale includendo Ragtime, New Orleans Jazz e Swing, senza smettere di suonare Blues e Rockabilly. Oltre a proporsi come artista Leyland è stato in tour come pianista con artisti del calibro di Anson Funderburgh, Sam Myers, Big Sandy & His FlyRight Boys ed è comparso anche in vari dischi con artisti come Deke Dickerson, Kim Lenz, Jerry McCain e Billy Boy Arnold, solo per citarne alcuni. Come componente della house band del festival “Viva Las Vegas” Leyland ha accompagnato molti artisti leggendari degli anni’50, tra i quali Chuck Berry, Billy Lee Riley, Sonny Burgess e Janis Martin, tra gli altri.

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