Senigallia

Strage alla Lanterna Azzurra, il Comune di Corinaldo è parte civile

La decisione presa nel corso della giunta comunale lo scorso 20 febbraio. Obiettivo: «Rappresentare giuridicamente gli interessi e diritti della propria comunità puntando a ottenere il risarcimento di danni patrimoniali e non patrimoniali»

Lanterna Azzurra di Corinaldo
La Lanterna azzurra di Corinaldo

CORINALDO – Strage delle Lanterna Azzurra: il Comune di Corinaldo si costituisce parte civile nel processo alla “banda dello spray”. Domani, 5 marzo, ad Ancona il processo per direttissima.

Il 20 febbraio scorso la giunta comunale «ha approvato formalmente la costituzione di parte civile del Comune di Corinaldo nel procedimento penale del 5 marzo 2020 davanti al Gup del Tribunale Ordinario di Ancona, concernente gli eventi del 7/8 dicembre 2018 presso la discoteca “Lanterna Azzurra” e riguardante la “banda dello spray”, accusata di aver procurato il tragico episodio», si legge in una nota dell’ente.

Il Comune di Corinaldo vuole, con questa scelta, «rappresentare giuridicamente gli interessi e diritti della propria comunità, l’economia locale e l’identità dei cittadini, puntando a ottenere il risarcimento di danni patrimoniali e non patrimoniali, comprensivi quelli derivanti dalla lesione dell’immagine, patendo un pregiudizio e l’offuscamento del prestigio del territorio, tanto come contenuto patrimoniale quanto come contenuto extrapatrimoniale».

Lo scorso 19 febbraio il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ad Ancona aveva incontrato i familiari delle vittime della discoteca Lanterna Azzurra e i rappresentanti del Comitato Genitori Unitario. In quella tragica notte, tra il 7 e l’8 dicembre 2018, nel tentativo di fuggire dalla discoteca dopo spruzzi di spray al peperoncino, morirono nella calca cinque minorenni e una giovane mamma: Emma Fabini (14 anni), Benedetta Vitali (15 anni), Mattia Orlandi (15 anni), Asia Nasoni (15 anni), Daniele Pongetti (16 anni) e il marito di Eleonora Girolimini, 39 anni e madre di quattro figli.

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