Senigallia

Strage di Corinaldo, niente risarcimenti dalla commissione che autorizzò l’apertura della discoteca abusiva

L’Unione dei Comuni Misa e Nevola e altri enti escono dal procedimento bis della Lanterna Azzurra come responsabili civili. Si va verso i patteggiamenti e gli abbreviati per dieci dei 19 imputati

Il pubblico ministero, gli avvocati e i parenti delle vittime in tribunale il 16 dicembre 2021 per il processo bis della Lanterna Azzurra
Il pubblico ministero, gli avvocati e i parenti delle vittime in tribunale il 16 dicembre 2021 per il processo bis della Lanterna Azzurra

ANCONA – Si allungano i tempi per le famiglie delle vittime e i feriti di Corinaldo. La gup dell’udienza preliminare di ieri ha accolto l’eccezione presentata dalle difese per far uscire dal procedimento bis della Lanterna Azzurra gli enti chiamati come responsabili civili, quelli che avrebbero dovuto rispondere in solido, al pari degli imputati se condannati, per i sei morti e gli oltre 200 feriti della notte maledetta.

Intanto, sempre ieri, sono stati formalizzati i riti alternativi per essere giudicati: in due patteggeranno e in 8 hanno scelto di procedere con l’abbreviato. Tutti gli altri, il sindaco di Corinaldo Matteo Principi compreso, rischiano il rinvio a giudizio avendo scelto un rito ordinario. Si è conclusa così l’udienza preliminare fiume a palazzo di giustizia, dopo oltre quattro ore e nelle quali non sono mancate anche diverse eccezioni presentate dagli avvocati degli imputati. Una, quella sulla esclusione dal processo come responsabili civili del Comune di Corinaldo, del ministero dell’Interno, Asur e Unione dei Comuni Misa e Nevola, è stata accolta dalla gup Francesca De Palma. Usciranno dal procedimento bis come responsabili civili che le parti offese avevano chiamato a rispondere in solido, e quindi a risarcire parenti delle vittime e feriti al pari degli imputati in caso di condanna.

Il sindaco Matteo Principi con gli avvocati Marina Magistrelli e Monica Clementi

L’Unione dei Comuni Misa e Nevola era la commissione che nel 2017 aveva rilasciato al locale la licenza di pubblico spettacolo anche se, è la tesi della Procura, la Lanterna Azzurra non ne aveva i requisiti essendo poco più che un magazzino.

L’unica ammissione è stata per la “War private security” la società che si occupava della sicurezza del locale quella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 dove morirono 5 minorenni e una mamma di 39 anni. Il procedimento giudiziario è quello relativo ad accertare la responsabilità sulla sicurezza della discoteca e il rilascio dei permessi che hanno portato la struttura a restare aperta nonostante le carenze strutturali. I riti alternativi formalizzati sono stati i patteggiamenti per Francesco Bartozzi, amministratore unico della Magic e Alessandro Righetti, addetto all’uscita di sicurezza e gli abbreviati per dj Marco Cecchini, organizzatore dell’evento della serata, i quattro proprietari dell’immobile Alberto, Letizia e Marco Micci insieme a Mara Paialunga, Gianni Ermellini, responsabile della security e Carlantonio Capone e Quinto Cecchini, soci della Magic. La giudice ha dovuto stralciare le posizioni astenendosi su chi ha scelto di procedere con il rito ordinario, oltre al sindaco Principi anche tecnici e membri della commissione. Per loro sarà un altro giudice a decidere se rinviarli a giudizio o meno nell’udienza preliminare fissata per il 3 febbraio 2022. Per i riti alternativi le discussioni inizieranno con la De Palma il 12 gennaio 2022.

I parenti di Benedetta Vitali con l’avvocato Irene Ciani

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