Senigallia

Piano asfalti, Giancarli: «Bene i fondi ma l’Arceviese torni di proprietà dello Stato»

È di alcuni giorni fa la notizia del via libera al finanziamento per la manutenzione straordinaria di alcune strade da parte della Regione. Il consigliere regionale però sollecita il ritorno di alcune arterie all'Anas. «È ciò che serve per garantire investimenti anche in futuro, per tutelare servizi e sicurezza alle popolazioni, per dare certezze alle imprese che operano nel territorio»

Il consigliere regionale Enzo Giancarli
Il consigliere regionale Enzo Giancarli

SENIGALLIA – È della scorsa settimana la notizia della pioggia di finanziamenti, 24 milioni di euro, da parte della Regione per la manutenzione straordinaria di alcune strade del territorio, il cosiddetto “Piano asfalti”.

Tra le arteri interessate delle strade ex Anas, anche l‘Arceviese. Ora il consigliere regionale, Enzo Giancarli, esprime soddisfazione per i fondi stanziati, ma torna a chiedere che strade come, ad esempio l’Arceviese, tornino di proprietà statale.

«Sono state destinate risorse importanti – sottolinea Giancarli –, oltre 5 milioni per l’Arceviese e più di 4 milioni per la 502 Jesi–Cingoli. Interventi e finanziamenti per i quali ringrazio il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, e la vice presidente, Anna Casini, che hanno saputo ascoltare le richieste del territorio, partecipando anche a più incontri, come per il caso dell’Arceviese.

I lavori – continua Giancarli – interessano la sistemazione della pavimentazione e dei manti, la riqualificazione dei ponti, le barriere di sicurezza, opere urgenti ed importanti sollecitate dalle comunità locali e necessarie all’economia del territorio. Sono molto soddisfatto per questo finanziamento, ma sono comunque determinato a continuare con tenacia la mia azione istituzionale e legislativa per raggiungere l’obiettivo centrale e fondamentale: il passaggio definitivo di queste arterie all’Anas, in particolare per l’Arceviese che collega Senigallia con Gubbio, quindi le Marche con l’Umbria e che tocca 15 comuni. Il ritorno alla proprietà Anas – conclude il consigliere – è ciò che serve per garantire investimenti anche in futuro, per tutelare servizi e sicurezza alle popolazioni, per dare certezze alle imprese che operano nel territorio».

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