Senigallia

Senigallia, inizia la stagione balneare: salvamento ancora nel caos

Stabilimenti aperti sulla spiaggia di velluto ma per quanto riguarda uno dei servizi più importanti c'è ancora confusione: tra i nodi c'è il distanziamento sociale. E a questo si aggiunge il fatto che mancano quasi 20 operatori

Il servizio di salvataggio in mare svolto durante l'estate anche a Senigallia
Il servizio di salvataggio in mare svolto durante l'estate

SENIGALLIA – In una Senigallia che si sta attrezzando, e velocemente, per la stagione estiva balneare appena iniziata, il servizio di salvamento sembra essere ancora in “alto mare”. Il discorso, per quanto riguarda una delle attività più importanti per una località turistica come Senigallia e l’intera regione Marche, ancora si basa sull’ordinanza precedente: non sono state emanate modifiche che tengano conto del distanziamento interpersonale e di altre questioni legate all’emergenza Covid.

Al momento, la situazione è questa: il servizio partirà il primo weekend di giugno (sabato 6) e terminerà come previsto il primo fine settimana di settembre 2020 (domenica 6) e per la sola spiaggia di velluto saranno impiegati circa 80 operatori, disposti lungo i 14 km di litorale. Tutto sembra confermato come l’anno scorso senza modifiche, dunque, a meno che non ci sia qualche variazione da apportare in questi ultimi giorni.

I bagnini di salvataggio dovranno essere dotati dei dispositivi di protezione individuale (dpi) come mascherine e guanti; in caso di intervento dovranno stare attenti anche al distanziamento interpersonale per ridurre il rischio di contagi da coronavirus. Come? Privilegiando, per esempio, in caso di rianimazione l’uso del defibrillatore semiautomatico da esterno (dae) al posto del massaggio cardiaco ed evitando le insufflazioni a bocca ma utilizzando gli strumenti appositi.

Questo è solo un esempio di come si complichi il lavoro – ma in questo caso anche la percentuale di riuscita dell’intervento – per gli addetti al salvamento che opereranno sulla spiaggia di velluto. Addetti per i quali, inoltre, in questi mesi non è stato possibile fare la formazione dal vivo, solo qualche corso a distanza, né sostenere l’esame di abilitazione per i nuovi. Con l’emergenza coronavirus, tutto infatti è stato bloccato: non ci sono attualmente i circa 15 operatori che vengono rinnovati ogni anno per via del fisiologico turn over.
Intanto il Comune di Senigallia ha rinnovato la disponibilità a sostenere il servizio di salvamento con il contributo di qualche decina di migliaia di euro come gli altri anni. Ma ancora non è stato firmato alcun atto ufficiale.

«Quest’anno tutto diventa estremamente complesso e difficile – afferma Paolo Pierpaoli, presidente del consorzio Senigallia Spiagge che si occupa della gestione e formazione degli operatori per il salvataggio in mare e sull’arenile -. Abbiamo fatto alcune proposte per l’organizzazione del servizio di salvamento per l’estate 2020, molto delicato per la questione covid. In pratica non sarà fattibile alcun intervento per via della misura del distanziamento sociale: attendiamo ancora che ci dicano con certezza quali saranno le regole per svolgere il servizio. Anche in questo caso registriamo la distanza della politica che avrebbe potuto già fare un’ordinanza specifica e chiarire ogni dettaglio».

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