Senigallia

Senza casa né lavoro, Fagioli chiede aiuto

Un matrimonio fallito alle spalle, una storia d'amore finita male. Mario Fagioli è tornato a Senigallia, ma non sa come guadagnarsi da vivere, né può contare su di una casa. Dorme spesso in una panchina

poveri

SENIGALLIA- Mario Fagioli, 58 enne senigalliese, è in grossa difficoltà. Non ha una casa, non ha un lavoro, non ha niente da mangiare. Il centro di accoglienza di piazzale dalla Vittoria è chiuso per restyling e Fagioli, negli ultimi giorni è stato ospite della Caritas di Fano. Da ieri è tornato in città e per combattere il caldo infernale ha trascorso la giornata nella galleria del centro commerciale “Il Molino”. La stessa dove ha chiesto di potere ricaricare la batteria del cellulare. I suoi problemi di salute non gli permettono di fare lavori pesanti. Per mangiare rovista nei cestini della spazzatura.

Come è arrivato a trovarsi in questa situazione?
«Ho seguito il cuore. Ho un matrimonio fallito alle spalle, mi ero trasferito in provincia di Varese, in quel periodo stavo usufruendo del sussidio di disoccupazione, nel frattempo speravo che al nord, dove mi ero trasferito con la mia ex compagna, sarebbe stato più facile trovare un lavoro e invece niente».

Da quanto tempo è tornato a Senigallia?
«Da più di un mese. Inizialmente sono stato ospite di amici, di alcune persone che mi hanno dato una mano, ma la crisi c’è per tutti. Ho chiesto aiuto ai servizi sociali, al comune, il centro di accoglienza è chiuso per restyling ed ho trascorso qualche giorno alla Caritas di Fano. Ho chiesto di poter essere ospitato dai centri di accoglienza di Ancona, ma non c’è posto ed a Rimini mi sono messo in lista di attesa».

Lei non ha un posto dove dormire?
«In questo momento no, ma non è la prima volta che trascorro la notte in una panchina. Dormo ai giardini Catalani, ma al mattino presto attaccano gli idranti e me ne devo andare. Per mangiare, a volte mi hanno aiutato delle persone, mentre altre, ho dovuto rovistare nei cassonetti vicini ai locali del Foro Annonario».

Lei non ha parenti in città?
«Ho un fratello, ma non abbiamo più rapporti. Le persone che potevano darmi una mano lo hanno fatto, ma adesso devo cercare il modo di andare avanti. Certo non posso andare a rubare, sto chiedendo aiuto. Ieri, attraverso un messaggio postato da una persona che mi ha dato una mano, ci sono state persone che mi hanno offerto una bicicletta, speriamo che si muova qualcosa».

In inverno il problema è il freddo, ma anche il caldo infernale non è di aiuto a chi come lei vive in strada…
«Cerco un po’ di refrigerio nella galleria del centro commerciale “Il Molino”, dove ieri mi sono recato nelle ore centrali della giornata e dove ho ricaricato la batteria del cellulare».

Ha provato a cercare un lavoro?
«La stagione è iniziata ed ho dei problemi di salute che non mi permettono di fare lavori pesanti. Anche dieci giorni fa, dopo essermi recato al Pronto Soccorso ho passato la notte in ospedale».

Dove può trovarla chi vuole darle una mano?
«Sono spesso in viale Leopardi, tra i giardini Catalani ed i parcheggi dell’ex Gil».

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