Senigallia

Senigallia, il turismo in difficoltà tira giù anche commercio e artigianato

Il calo di presenze finora registrato si trasforma in calo di fatturato per le imprese, con effetti devastanti anche sull’indotto. Mugianesi (Cna): «Servono investimenti seri»

La spiaggia di velluto di Senigallia
La spiaggia di velluto di Senigallia

SENIGALLIA – Le imprese senigalliesi non smettono di fare i conti con il covid. Anche se buona parte del gap rispetto all’anno scorso è stata recuperata, c’è una quota che oscilla tra il 10 e il 30% del fatturato che, secondo la Cna, è persa per sempre. A meno di pesanti manovre contributive a inizio autunno che possano in qualche modo calmierare ancora gli effetti della congiuntura tra crisi del turismo e calo dei fatturati dell’indotto.

La spiaggia di velluto non gode, o meglio, non godeva di ottima salute. Sì perché la prima metà del mese di agosto sembra avere buone prospettive dopo un luglio non del tutto soddisfacente sotto il profilo turistico.

«Parte delle perdite legate al lockdown sono state recuperate – spiega Giacomo Mugianesi, segretario di zona della Cna – ma almeno un 10% del fatturato è andato, perso per sempre. Il turismo è chiaro che è alle prese con i “postumi” del covid: c’è movimento e voglia di uscire, di frequentare i locali, di andare al mare, ma si tratta per lo più di viaggi brevi o brevissimi, di uscite di una sola giornata che permettono al bar, al ristorante, allo stabilimento balneare di riprendersi un po’, ma non per esempio all’albergo. Solo a Senigallia almeno una ventina di attività rimarranno chiuse, perderanno l’intera stagione estiva e, con esse, tutto l’indotto di lavoratori e fornitori».

Insomma una crisi che perdurerà anche più avanti, quando si vedranno gli effetti delle mancate entrate. «L’occupazione sarà il grande nodo finita l’estate – continua Mugianesi – la crisi del comparto del turismo si tirerà dietro anche le attività collaterali come l’artigianato e il piccolo commercio. Nei fatti potrà essere molto dura a livello sociale nel prossimo autunno o d’inverno».

Giacomo Mugianesi
Giacomo Mugianesi

Per evitare ciò, «servirà un piano serio di sostegno alle imprese, che Cna sta discutendo con il governo: è stata presentata una bozza di proposte per rilanciare l’economia italiana che in qualche modo va avanti in questo periodo post covid, ma altri settori sono in piena crisi». Per esempio, nel turismo servono investimenti per contribuire alle riqualificazioni delle strutture ricettive e con esse dare una boccata d’ossigeno a quelle attività artigianali ed edilizie locali.

Di conseguenza si andrà poco in vacanza. «Nonostante i dati regionali sul bonus vacanze siano confortanti, dobbiamo ammettere che è soprattutto un turismo di prossimità, mordi e fuggi, vicino casa; se in qualche modo ha sostenuto l’economia, è chiaro che non ha dato quella sicurezza per poter andare in ferie: i commercianti non chiudono sia per recuperare quanto perso, sia perché non è questo normalmente il periodo in cui vanno in vacanza. Le industrie o attività artigianali hanno ridotto drasticamente il periodo di stop delle attività – conclude Mugianesi – gran parte di queste proveranno a non fermarsi, magari sfruttando la turnazione del personale per poter accaparrarsi quelle commesse che ci sono, non molte per la verità».

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