Senigallia

Senigallia, inizia la riconversione di alcuni reparti covid dell’ospedale

Iniziato il processo di ripristino delle attività operatorie dopo l'emergenza covid: si inizia da chirurgia, poi si passerà a medicina ma la programmazione è ancora al vaglio dell'Asur. Botta e risposta tra sindaco e "Facciamo eco"

Ospedale di Senigallia: la sanità locale riorganizzata per ospitare i pazienti covid-19
Ospedale di Senigallia: la sanità locale riorganizzata per ospitare i pazienti covid-19

SENIGALLIA – È iniziata la seconda fase per l’ospedale di Senigallia, quella della dimissione di alcuni pazienti in fase di guarigione e riconversione di uno dei reparti prima dedicati alle persone malate di covid-19. Una fase attesa da tanti, in primis dal personale da tempo sotto pressione con importanti numeri di ricoveri; ma anche dalle istituzioni e dalla cittadinanza, che sperano in un rapido ritorno alle attività ospedaliere “normali”.

I posti dedicati ai pazienti covid passeranno gradualmente da circa 100 a 50: un dimezzamento che, nel concreto, interesserà dapprima il vecchio padiglione, con la chirurgia e le sale operatorie trasformate in fretta in una rianimazione aggiuntiva essendo locali sterilizzati; in un secondo momento – ma la tempistica è ancora al vaglio dell’Asur e verrà valutata in base all’andamento dei contagi – si andrà a diminuire i posti in medicina. Rimarranno anche i posti in chirurgia breve e in ortopedia, di fatto utilizzata come una zona di smistamento dei pazienti in accesso all’adiacente pronto soccorso in base al risultato del tampone.

Quindi gradualmente le attività chirurgiche riprenderanno, ma a partire dal mese di maggio, dopo un processo di sanificazione che interesserà il reparto ma in generale anche altre zone dell’ospedale. Processo che segue di fatto la dimissione di numerosi pazienti alloggiati nel covid hotel appena attivato, la struttura sul lungomare di Senigallia che serve per alleggerire la pressione all’ospedale cittadino, ormai da febbraio sotto stress. Qui vi finiscono il percorso di guarigione le persone che hanno superato la fase acuta della malattia ma che ancora son positive al coronavirus oppure quelle che non hanno a casa o altrove spazi adeguati per l’isolamento e che rischierebbero quindi di infettare i propri familiari.

Sulla questione era intervenuto anche il comitato “Facciamo eco” di Senigallia, più volte segnalando la situazione di sofferenza dell’ospedale e informando la popolazione senigalliese circa le gravi difficoltà del personale sanitario alle prese con l’emergenza covid-19. Lo stesso comitato aveva poi denunciato l’assenza degli amministratori e dei politici locali, accusandoli di aver lasciato sostanzialmente gli operatori sanitari a loro stessi. Nel botta e risposta che si era innescato, il sindaco Mangialardi aveva tacciato il comitato (e altre realtà che si muovevano sulla stessa linea) di «scommettere sul fallimento della città per speculazioni politiche o interessi di piccolo cabotaggio», mentre Facciamo eco ha voluto replicare accusando la politica cittadina di aver commesso due errori: di non aver risposte valide oltre all’attacco politico e di non fare proprie le segnalazioni che arrivano dai cittadini né quelle degli operatori sanitari.

Il ridimensionamento del numero dei posti letto riservati ai pazienti covid-19 «segna solo l’inizio di un auspicato e quanto mai rigoroso processo di ripristino delle attività ospedaliere e di un atteso e oggi ancor più necessario, potenziamento delle strutture di Senigallia, imprescindibile presidio della salute dei cittadini. È importante – concludono dal comitato Facciamo eco di Senigallia – avere un buon inizio ma è il prosieguo che fa la differenza. E su questo continueremo a vigilare in modo assiduo, a porci domande e chiedere risposte, nella certezza che quando i cittadini si mettono insieme possono arrivare lontano».

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