Senigallia

Una speranza contro il cancro ovarico grazie alla ricerca di Giulia Girolimetti

La giovane ricercatrice, originaria di Ostra Vetere, sta portando avanti uno studio al Policlinico S. Orsola di Bologna per bloccare lo sviluppo delle cellule tumorali grazie al finanziamento di Coop Alleanza 3.0 e della Fondazione Umberto Veronesi

Giulia Girolimetti
Giulia Girolimetti

OSTRA VETERE – Dal piccolo paese dell’hinterland di Senigallia a Bologna, passando per Trieste, Torino e Göteborg (Svezia). È il percorso di studi di Giulia Girolimetti, giovane ricercatrice impegnata nello studio del carcinoma ovarico che ha ottenuto un finanziamento di circa 30mila euro da parte di Coop Alleanza 3.0 per elaborare nuove terapie nell’ambito dell’oncologia femminile.

Il progetto Pink is Good, sostenuto dalla Fondazione Umberto Veronesi, consentirà alla 33enne di Ostra Vetere di studiare il metabolismo delle cellule del cancro, capirne i meccanismi di sviluppo e le possibilità di bloccare solo quelle tumorali, senza andare a intaccare le cellule sane.

Giulia Girolimetti, laurea in genomica funzionale e scienze biologiche all’Università di Trieste, ha svolto un anno di studi all’Università di Göteborg, in Svezia. Poi ha continuato il suo percorso di studi e formazione con un dottorato di ricerca in scienze biomediche e oncologia umana a Torino fino ad arrivare al laboratorio di genetica medica dell’Università di Bologna, dove attualmente sta conducendo questa ricerca sul cancro ovarico che colpisce circa 5mila donne all’anno solo in Italia.

Uno dei problemi è che molto spesso questo cancro viene scoperto solitamente in stadio avanzato anche perché non esistono screening specifici, come invece c’è il pap test per il cancro del collo dell’utero o la mammografia per il cancro al seno.

Giulia Girolimetti
Giulia Girolimetti

L’idea alla base del progetto per combattere questa malattia è quella di far mancare alle cellule tumorali l’approvvigionamento energetico che ne permette lo sviluppo e la divisione cellulare. Lo studio del loro metabolismo è quindi importantissimo per capire come si riprogrammano le cellule maligne per sopravvivere e diffondersi all’interno dell’organismo umano. Terminato il primo step, per Giulia Girolimetti sarà poi la volta dello studio presso l’Unità Operativa di Genetica Medica del Policlinico S.Orsola, nel dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche (DIMEC) dell’Università di Bologna delle cure specifiche: terapie mirate che andranno a bloccare questi meccanismi metabolici insidiosi tramite farmaci già in uso con bassi effetti collaterali, anche per salvaguardare la qualità della vita delle donne affette da carcinoma ovarico.

Ti potrebbero interessare