Senigallia

Senigallia, i medici di famiglia sbottano: «Basta proclami, mancano i vaccini e un programma»

Sobbarcati da richieste di informazioni su tempi e modalità, i camici bianchi sono arrabbiati con le istituzioni per le troppe improvvisazioni. Parola al referente dell’équipe “Mare” dottor Maurizio Marchionni

Il dottor Maurizio Marchionni impegnato nella vaccinazione degli anziani
Il dottor Maurizio Marchionni impegnato nella vaccinazione degli anziani

SENIGALLIA – Mancano i vaccini e per questo la campagna di somministrazione va a rilento. Ad affermarlo, dopo il coordinatore dell’équipe medici “Collina” e “Monte” Stefano Ripanti, è il collega referente dell’équipe “Mare” Maurizio Marchionni. Il pretesto è quello della scarsa informazione che viene veicolata dagli organi decisori e da alcuni funzionari in merito alle vaccinazioni, a suo dire inesatta quando non del tutto fuorviante: perché il problema è che scarseggiano le dosi da somministrare oltre a non essere stata stabilita tutta la parte organizzativa prima di partire con le inoculazioni.

Come tutti i medici di famiglia, anche il coordinatore senigalliese è sobbarcato da richieste di chiarimenti circa modi e soprattutto tempi della somministrazione dei vaccini. Richieste però che sarebbero partite da «un’informazione inesatta, pletorica, multicanale e spesso strumentalizzata. Non si può scrivere: “i vostri medici vi prenoteranno, i vostri medici vi vaccineranno” come se ciò potesse avvenire da domani. Chiedo ai decisori politici di questa regione, a certi funzionari ed anche a certi colleghi trionfalistici, di finirsela di fare proclami circa date e modi di somministrazione quando non si hanno le dosi in mano e non si ha un chiaro programma su come procedere». 

La vaccinazione che sarebbe già dovuta partire da tempo è quella che riguarda gli ultra 80enni non in grado di deambulare e quindi costretti al loro domicilio e, in certi casi di grande vulnerabilità, anche gli assistenti. Circa un centinaio le persone finora a cui è stata somministrata la fiala tanto ambita. «Nessun altro – continua Maurizio Marchionni – perché, pur potendo i medici di famiglia fare ben di più, purtroppo sono ancora a corto di dosi». Mancano i vaccini.

Ma i problemi non finiscono qui, perché anche in caso arrivassero importanti quantitativi di sieri vaccinali la difficoltà sarebbe nella logistica: «Nonostante le nostre richieste – spiega il dottore – non ci è stato fornito un luogo ideale, alternativo ai singoli studi, dove procedere ad una vaccinazione per grandi e rapidi numeri e dunque in spazi sicuri, anche in auspicabile collaborazione con distretto, associazioni di volontariato e ogni altra istituzione pubblica e privata». 

Proprio alle istituzioni va una critica importante: a quelle comunali per non aver interpellato i medici per capire come collaborare e velocizzare le operazioni quando arriveranno le dosi; a quelle regionali perché finiscano i proclami e si studi nei dettagli un piano vaccinale regionale per i prossimi mesi che abbia davvero lo scopo di vaccinare tante persone in pochissimo tempo.

«Basta col dire: “se arrivano i vaccini vaccineremo in ogni dove” – afferma Marchionni. Questo ogni dove va pensato, misurato. Non si improvvisa nulla. Ad esempio, il mio raggruppamento di medici di famiglia (32) potrebbe vaccinare 400 pazienti al giorno in 12 ore per per sei giorni la settimana nelle condizioni di cui sopra. Ossia 2400 persone a settimana. Ecco vedo ancora una volta nella classe politica locale tanta improvvisazione, poca capacità programmatica ma molta voglia di manifestarsi. Non approfittare già da ora di queste disponibilità e di queste potenza di fuoco di cui ho parlato – conclude il dottor Marchionni – per lo sviluppo di un piano a brevissimo termine, lo trovo davvero incomprensibile per un paese/regione che vuole liberarsi dal virus».

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