Senigallia

Senigallia, fermi i lavori per le vasche di espansione

In città si sta attendendo ancora il via libera definitivo e l'aggiudicazione del cantiere ma la burocrazia ci sta mettendo del suo per rallentare l'intervento che sarebbe dovuto partire decenni fa

L'area del cantiere per le vasche di espansione alle Bettolelle di Senigallia
L'area del cantiere per le vasche di espansione alle Bettolelle di Senigallia

SENIGALLIA – Prima sono arrivate le reti arancioni, poi l’annuncio dell’avvio imminente dei lavori e infine la conferma che è tutto fermo. Questa la cronistoria dell’ultimo mese e mezzo, tra la fine di gennaio e oggi, in merito all’intervento per la realizzazione delle vasche di espansione, a monte del centro abitato. Anzi, per la precisione si tratta solo della prima vasca di compensazione idraulica. I lavori sono fermi, praticamente non iniziati per questioni procedurali e burocratiche.

L’area è nei pressi del ponte sul fiume Misa, in zona Bettolelle: si tratta di un terreno agricolo che si prolunga fino alla frazione di Brugnetto. Un annuncio squillante aveva informato la cittadinanza che l’intervento era in procinto di partire. Ma così non è stato. Non è proprio uno stop, ma solo un allestimento temporaneo in attesa che tutte le carte fossero predisposte. Si confidava in una tempistica più celere, evidentemente.

Dopo l’affidamento provvisorio dell’appalto alla ditta aggiudicataria, all’appello sembra manchi un documento che dovrebbe riportare il parere dell’Arpam (l’agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche) per procedere quindi all’aggiudicazione definitiva e quindi alla consegna del cantiere. A distanza di oltre un mese tutto è fermo, anche se dovrebbe essere questione di poco che si metta in moto la macchina per migliorare la sicurezza idrogeologica relativa al fiume Misa e alla città di Senigallia.

L’intervento, infatti, è atteso da decenni proprio perché sembra possa contribuire a ridurre il rischio di esondazioni in città, come avvenuto nel 2014 – solo l’ultima in ordine cronologico. I primi progetti risalgono ai primi anni ‘80 ed erano stati anche finanziati; discussioni, dibattiti, varianti e modifiche hanno poi rallentato il tutto fino a fermare l’iter. Dopo il 2014, ovviamente, si è tornati a parlare del progetto, della fattibilità (tra costi iniziali e costante manutenzione) e della sua utilità.

Lo scopo è quello di far confluire parte dell’acqua del fiume in un terreno agricolo, con argini rialzati. In caso di piena si attiva con un restringimento degli argini in zona Bettolelle, per poi rilasciare gradualmente l’acqua una volta passata la fase critica. In questo modo si diminuirebbe la pressione sul tratto urbano, dove il letto del fiume è più stretto e ci sono ancora due ponti con le pile in alveo: ponte Garibaldi, per cui è in corso la progettazione per la demolizione e il suo rifacimento, e ponte Perilli, riqualificato recentemente. Al suo fianco c’è poi l’infrastruttura ferroviaria per cui la stessa Rfi ha in cantiere un progetto da una decina di milioni di euro per il rifacimento allo scopo di rinforzarlo per farci transitare i treni ad alta velocità.

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