Senigallia

Corso Matteotti? Un esempio di “riprogettazione” del verde

Ripensare al contesto urbano è la chiave della sfida che l'amministrazione comunale porta avanti da tempo. Mangialardi: «La tipologia degli alberi deve essere scelta, oltre che in coerenza con le condizioni climatiche, anche in riferimento allo spazio»

SENIGALLIA – Il verde al centro della progettazione urbanistica senigalliese. Lo ha affermato il sindaco Maurizio Mangialardi rispondendo alle questioni sollevate da un cittadino che, riprendendo un dibattito ormai annoso, suggeriva delle azioni per preservare le alberature presenti nella zona ex piano regolatore, i pini.

Le radici infatti hanno negli anni creato più di un problema all’asfalto della strada limitrofa o allo stesso marciapiede, costringendo quindi l’amministrazione comunale a “correre” ai ripari, anche se alcune zone presentano ormai situazioni irrisolte da tempo. In alcuni casi si è provveduto a rifare il marciapiede o l’asfalto stradale, in altri si è tagliata la pianta quando questa non era più stabile o sicura per pedoni e automobilisti, in altri ancora si è provveduto a sostituire il verde presente con altre essenze.

Proprio su questo si è concentrato l’intervento del primo cittadino. Pur consapevole della caratterizzazione che il pino ha dato a varie zone residenziali di Senigallia, divenendo quasi un simbolo per la città così come per altre realtà marchigiane e romagnole, Mangialardi ha sostenuto che gli alberi debbano essere piantati tenendo in considerazione non soltanto questioni ornamentali o i benevoli effetti sul clima. «La tipologia degli alberi da piantumare deve essere però scelta, oltre che in coerenza con le condizioni climatiche della zona, anche in riferimento allo spazio che gli stessi hanno per l’apparato radicale, il tronco e la chioma, che nel corso degli anni dovrà interagire con marciapiedi, strade, aree private, edifici».

«La situazione che si è sviluppata a Senigallia dal dopoguerra ad oggi e che le ultime amministrazioni hanno ricevuto in eredità non è positiva – ha dichiarato il sindaco Mangialardi. In passato, forse per scarsa cultura dei tempi o forse per cattiva programmazione, si sono messi a dimora “alberi sbagliati nei posti sbagliati”. Gli interventi di riqualificazione che hanno interessato diverse vie di Senigallia dal 2004 in avanti (via Marche, via Ancona, via Pescara, via la Marca, via l’Aquila) hanno avuto per oggetto il rifacimento del manto stradale e dei marciapiedi e hanno visto il mantenimento delle essenze arboree (con solo alcuni abbattimenti circoscritti ad elementi che non garantivano più le condizioni di sicurezza rispetto alla stabilità a causa dell’apparato radicale sviluppatosi in modo non adeguato o danneggiato nel corso del tempo). A pochi anni da quegli interventi l’apparato radicale torna a riprendersi i suoi spazi, le zolle intorno all’impianto si alzano con conseguente dissesto di strade e marciapiedi».

La scelta dell’amministrazione comunale senigalliese è stata dunque quella di studiare e riprogettare l’asse viario, strategia poi confluita nel “Piano urbano del verde” votato in Consiglio Comunale. Piano che tiene in considerazione l’aspetto estetico ma ancora di più quello funzionale al mantenimento e alla conservazione del manto stradale e del marciapiede. Come in corso Matteotti, per esempio: nel 2005, l’amministrazione comunale – dopo aver dovuto abbattere i pini presenti “in quanto non avevano più una stabilità sufficiente e costituivano dunque un pericolo per la pubblica incolumità” (dichiarazione dell’allora assessore Simone Ceresoni, 17 novembre 2005) – ha scelto di rinnovare le alberature nel modo più adeguato possibile, optando per una trentina di peri da fiore che oggi rendono il viale uno dei più belli dell’intera Senigallia, soprattutto durante la fioritura tra aprile e maggio, come già sperimentato in diverse città del nord Italia e d’Europa.

La sfida per il futuro è dunque quella che «il verde sia il centro della progettazione per centrare gli obiettivi di mettere a dimora essenze arboree coerenti con il paesaggio urbano, in spazi ampi e adeguati all’accrescimento dell’albero e capaci di poter ben coesistere entro una zona residenziale costituita da strade, marciapiedi, edifici privati, aree di sosta. Ciò non toglie ovviamente che i nostri bellissimi pini marittimi saranno conservati in tutte le zone dove ciò sarà possibile» per preservare il fascino e la bellezza.

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