Senigallia

Senigallia, con le elezioni il porto torna al centro del dibattito

Volpini e Campanile dal centrosinistra, Olivetti dal centrodestra propongono le loro idee per l'area portuale tra desiderata e proposte concrete; sviluppo economico e turistico i cardini

Il porto di Senigallia
Il porto di Senigallia

SENIGALLIA – I lavori di riqualificazione e ampliamento del porto hanno dato un primo input ma, lungi dall’essere pienamente fruibile, uno dei simboli della città ha certamente perso la sua vocazione commerciale e, quasi anche quella turistica. Ecco perché vari candidati hanno inserito il porto tra le opere a cui prestare attenzione.

Resta ancora da completare l’opera nell’area di ponente ma serve, e da decenni, un accesso diretto alla statale adriatica, oltre a un’implementazione delle infrastrutture presenti e soprattutto un escavo serio del fondale che non tolga dieci centimetri ma almeno un paio di metri di fanghi e sabbia, così da potersi realmente aprire a nuovi settori turistici.

La coalizione di centrosinistra che sostiene Fabrizio Volpini vorrebbe adeguare le due banchine alle funzioni commerciali, come previsto dal Piano del Porto. «Bisogna portare anche lì parte della vita che anima il centro storico con l’apertura di bar, ristoranti e punti vendita di prodotti d’eccellenza del territorio. Perché non ripensare, allora, anche al ruolo dei “bilancini” del molo di levante: non più dei semplici residui del passato ma nuovi spazi suggestivi e attrattivi del porto del futuro.

«Tutto questo – continuano dal centrosinistra – significa ripensare architettonicamente l’intera area portuale nell’ottica sia di un porto turistico efficiente che di un centro di valorizzazione della piccola pesca. E non solo. Sarà necessario anche rafforzare i servizi legati alla nautica da diporto e favorire l’apertura ai nuovi mercati del turismo nautico. Trasformazioni, queste, che dovranno continuare ad essere coordinate e gestite dal soggetto pubblico come garante del valore collettivo dell’area».

Anche Gennaro Campanile, candidato sindaco di Amo Senigallia, ha espresso molti desideri sul porto. Innanzitutto «una realtà come Senigallia richiede più posti barca rispetto ad oggi, che ha solamente 260 stalli contro una media nazionale è di circa 500. Insomma, accogliamo i turisti ma non le imbarcazioni! Da questa situazione paradossale possiamo però prendere spunto e far nascere un ragionamento per il futuro. Si parla di ampliamento, ammodernamento e messa in sicurezza del porto, non solo dall’erosione ma anche dal fenomeno dell’insabbiamento. E ancora: «L’area portuale deve essere un’area viva, un contenitore naturale estivo di cultura con attività concertistica, coreutica, di prosa e di intrattenimento, fino a realizzare “quel” Museo del Mare di cui si parla da tempo.

Secondo Campanile, «il porto va visto come una delle aree da riqualificare e rendere turisticamente gradevole, potenziando le strutture esistenti, introducendo ampi parcheggi multilivello, strutture di accoglienza alberghiera, arene marine, passerelle fotovoltaiche per facilitare i collegamenti tra le due parti della città divise dal fiume, ampliando il mercato del pesce, creando bacini economici legati all’artigianato alla pesca e all’enogastronomia, creando collegamenti facili con il centro, abbattendo le barriere architettoniche e favorendo l’accessibilità. A ciò andrà affiancato un piano costante di manutenzione e valutata una diversa dislocazione di ormeggio per tipologia di imbarcazione, ampliando anche l’offerta di servizi per i natanti. Senigallia ha un centro storico che lascia affascinati i turisti e può essere la meta ideale per i diportisti del nord-ovest della penisola, che per l’ormeggio preferiscono l’Adriatico al Tirreno, ma anche per tutti quelli che preferiscono le più economiche Croazia e Slovenia. Un’attenta politica dei costi di ormeggio, una proposta di vivibilità cittadina fuori dal comune ed una urbanistica adeguata, coadiuvate da una lunga esperienza nell’ organizzazione di grandi eventi, possono rendere il porto di Senigallia un importante veicolo per il turismo qualificato».

Fratelli d’Italia raccoglie la sfida sul tema e propone soluzioni. «Abbiamo trovato un luogo abbandonato esordiscono Olivetti, Bello e Petetta – e privo di sostegno da parte di coloro, che invece avrebbero dovuto investire e gestire un’area strategica, soprattutto per le attività turistiche ed economiche di Senigallia. L’Amministrazione Mangialardi e quella della Gestiport, negli ultimi anni, hanno relegato il porto ad attività residuale della città, impedendone uno sviluppo di qualità. Ad oggi, il porto di Senigallia non è affatto competitivo con altre realtà dell’Adriatico. Un luogo poco sorvegliato, servizi carenti – aggiungono da Fratelli d’Italia – e ridotti al minimo. Come ad esempio il mancato funzionamento del travel lift per il sollevamento delle barche. Presenza di topi sui pontili, ringhiere di sicurezza non a norma, carenza di servizi igienici e di parcheggi e tanto altro. Situazioni del tutto inaccettabili e poco entusiasmanti per un’area, che dovrebbe essere considerata una delle porte d’ingresso principali della città».

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