Senigallia

Scontro tra maggioranza e opposizione sul commissariamento della fondazione Città di Senigallia

Il centrodestra chiede alla Regione il rinnovo dell'incarico al commissario straordinario Canafoglia, mentre la minoranza vorrebbe il ritorno alla gestione ordinaria

La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

SENIGALLIA – Non si placa l’eco delle dichiarazioni del commissario della fondazione Città di Senigallia Corrado Canafoglia. Supportato dal centrodestra senigalliese, l’avvocato ha replicato al consigliere Campanile ma è stato subito contrattaccato dallo stesso capogruppo di Amo Senigallia e dal capogruppo Pd in Regione Maurizio Mangialardi che dice “no” a un nuovo incarico commissariale per l’ente. E come ogni botta e risposta che si rispetti non mancano le controrepliche di Fratelli d’Italia.

La vicenda è presto ricostruita: a un anno dal commissariamento dell’ente socio assistenziale senigalliese che gestisce la residenza protetta con oltre 40 ospiti, la Regione ha ritenuto di prorogare l’incarico a Canafoglia per altri 45 giorni, fino a metà aprile, per poi valutare il risultato e decidere se tornare a una gestione ordinaria o se continuare con questo regime di commissariamento straordinario per le difficoltà finanziarie dell’ente. Il consigliere di Amo Senigallia Gennaro Campanile ha parlato di chiusura della residenza protetta scatenando un po’ di timori tra le famiglie degli ospiti e tra i dipendenti, a cui è seguita la rassicurazione di Canafoglia. Parole a cui è seguito l’intervento di Fratelli d’Italia che auspica il rinnovamento da parte della Regione Marche del mandato di commissario straordinario della fondazione all’avv. Canafoglia «a fronte dei risultati della gestione commissariale della struttura in questa fase critica vissuta dalla fondazione».

Non si è fermato però Campanile che con un nuovo intervento sottolinea  che «Amo Senigallia ha relazionato alla cittadinanza la sintesi della documentazione ricevuta dal commissario, nulla di più e nulla di meno. In compenso le repliche sono state superficiali o in parte omissive. Il commissario Canafoglia “ha dimenticato” di ricordare che la proposta di accordo con l’Opera Pia prevede una nuova società mista che gestisca i 40 posti “di cure intermedie”, che la fondazione Mastai Ferretti gestisca il “controllo di gestione e servizio amministrativo”, che alla nuova struttura è assegnato “il personale sanitario rispondente ai requisiti richiesti” (quindi non necessariamente tutto il personale) della Fondazione Città di Senigallia. La residenza protetta non è più prevista». Secondo il capogruppo di Amo Senigallia dunque «Il commissario Canafoglia non può proporre un piano che stravolge completamente l’operatività della fondazione senza informarne “prima” i proprietari, che sarebbero la città di Senigallia e quindi i suoi rappresentanti consiliari. La fondazione cambierà pelle liberandosi delle responsabilità operative, aprendo al sociale (e che fine farà la parte culturale, assente totalmente dalle relazioni e dai comunicati di appoggio?). E’ il consiglio (= i senigalliesi) che dice sì o no, non Canafoglia».

L’infinita polemica è proseguita con Fratelli d’Italia che ha criticato l’atteggiamento del consigliere di minoranza: «Campanile ed altri stanno facendo una pessima comunicazione basata su bugie e imprecisioni. Il Consiglio comunale, in questa fase di gestione commissariale, non ha alcun ruolo, come espressamente afferma la legge, mentre il commissario Canafoglia non può avere obiettivi e funzioni illimitate se non quelle attribuite dalla nomina della giunta regionale. Campanile studi di più e approfondisca meglio gli atti e la legge perché il problema di fondo di questa minoranza è che si applica poco, dimostrando pure di non conoscere le regole. Come mai questo clamore sulla fondazione non vi fu quando il centrosinistra e quindi l’allora assessore Campanile, ora consigliere di minoranza, gestivano l’ente fondazione con risultati devastanti e con criticità gestionali di cui solo adesso ne siamo venuti a conoscenza?».

Sul tema è intervenuto anche il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi, che sull’argomento ha depositato un atto ispettivo (sarà discusso dal consiglio regionale martedì prossimo). «Il mandato del commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia è scaduto lo scorso 28 febbraio. E’ tempo che la giunta regionale ci dica in che forma dovrà proseguire la gestione di questo ente così strategico per la nostra città. A oggi, ci sembra che questa esperienza abbia dato risultati assolutamente deludenti, soprattutto se si considera che i risibili risparmi di cassa sono stati fatti quasi esclusivamente sulla pelle dei dipendenti con demansionamenti e licenziamenti». Pronta anche in questo caso la replica di Fratelli d’Italia che sembra essere diventata la “spalla” del commissario Canafoglia: «Se per il consigliere regionale di minoranza del PD Mangialardi, passare da 900 mila euro di passività a quasi 4 mila euro di utili, significa aver ottenuto “risultati assolutamente deludenti e risibili”, allora vuol dire che la matematica non è il suo forte e, quindi, forse è meglio che si metta a studiare anche lui, magari insieme a Campanile. E quando scrive, sempre Mangialardi, che questi deludenti risultati “sono stati fatti quasi esclusivamente sulla pelle dei dipendenti”, deve andarci a parlare con i dipendenti della fondazione che, in più riprese, hanno lodato, e continuano a farlo, l’operato del commissario Canafoglia».

Gli altri gruppi consiliari di opposizione di PD, Vola Senigallia, Vivi Senigallia e Diritti al Futuro non sono «entrati in questa bagarre, in attesa di fare le osservazioni e proposte nella sede opportuna, ossia il consiglio Comunale, unico organo deputato ad affrontare problematiche così importanti e strategiche per la nostra città. Abbiamo sempre contestato la scelta, scellerata, di nominare un commissario straordinario per la gestione della fondazione. A nostro avviso non esistevano i presupposti amministrativi, ma non abbiamo neppure individuato i presupposti legali. Inoltre, nel primo anno di commissariamento non si evidenzia alcun atto “straordinario” che non avrebbe potuto fare un legittimo consiglio di amministrazione. Continuiamo a proporre al sindaco Olivetti ed al presidente Bello di non nascondersi dietro ad alibi inconsistenti, ma di ritornare ad una gestione ordinaria, normale e legale della fondazione città di Senigallia».

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