Senigallia

Scontri, l’opposizione chiede le dimissioni di Carlo Girolametti

La mozione sarà presentata giovedì, 27 aprile, durante la seduta del consiglio comunale a Senigallia. Secondo i firmatari, il consigliere avrebbe spalleggiato gli attivisti che si erano schierato contro il banchetto di Casa Pound lo scorso 9 aprile

Il cordone delle forze dell'ordine

SENIGALLIA- Lo scorso 8 aprile, le forze dell’ordine avevano evitato lo scontro tra gli attivisti e i partecipanti ad un banchetto di Casa Pound. In un centro storico blindato durante lo struscio, non erano mancati momenti di tensioni. Il consigliere di Unione Civica, è stato bersagliato di oggetti da parte degli attivisti. Tra loro, l’assessore al Welfare e Servizi Sociali Carlo Girolametti. Ora, l’opposizione chiede le dimissioni dell’assessore con un mozione che sarà presentata durante la seduta del consiglio comunale in programma giovedì 27 aprile.

La mozione

I conisiglieri di minoranza Roberto Paradisi e Luigi Rebecchini (Unione Civica), Alan Canestrari (Forza Italia) e Davide Da Ros (Lega Nord) hanno presentato una mozione con la richiesta di dimissioni dell’assessore Carlo Girolametti.

Nelle scorse settimane l’assessore ai servizi sociali Carlo Girolametti si è reso protagonista di comportamenti che ledono l’onorabilità dell’Amministrazione comunale offrendo peraltro una rappresentazione anti-democratica e faziosa di un Ente pubblico che per natura (e per principi di ordine costituzionale) deve restare pluralista, imparziale e democratico;
In modo particolare, l’assessore Girolametti ha partecipato fisicamente al presidio di facinorosi appartenenti al centro sociale denominato “Arvultura” di Senigallia (gli stessi facinorosi che scrivevano “10, 100, 1000 Nassirya”), centro sociale che ha tentato fisicamente di impedire una libera manifestazione di una organizzazione politica giovanile non gradita ai facinorosi stessi;
L’assessore si era posizionato alle spalle del cordone degli attivisti del Centro sociale di fatto “spalleggiandoli”. Una volta denunciata la sua presenza del tutto inopportuna e anti-democratica da parte del consigliere comunale Paradisi, l’assessore, in prima battuta (e non sapendo di essere in realtà stato fotografato alle spalle degli agitatori) ha pubblicamente negato la propria presenza presso il presidio inviando addirittura un comunicato stampa in cui scriveva che il consigliere Paradisi avrebbe avuto “l’ossessione” di vederlo ovunque anche quando lui era assente. Solo a seguito della pubblicazione delle fotografie da parte del consigliere Paradisi, l’assessore Girolametti, gettando ulteriore discredito nell’Amministrazione comunale, confessava la sua presenza confermando di fatto la menzogna pubblica del giorno precedente. Non pago di ciò, rincarava la dose e, a quel punto, (nemmeno accorgendosi di proporre un rimedio peggiore del male) rivendicava orgogliosamente la sua partecipazione se pure in una circoscritta fascia temporale al presidio di facinorosi confermando altresì la volontà di tacitare un gruppo politico (Casa Puond nello specifico) che manifestava liberamente con tanto di autorizzazione. Detta rivendicazione avveniva peraltro nella consapevolezza che il consigliere Paradisi era stato fatto oggetto di una selvaggia aggressione verbale con tanto di insulti e lancio di oggetti da parte dei facinorosi stessi ai quali Girolametti ha espresso vicinanza. Un comportamento che denota sintomaticamente una appena mascherata compiacenza per il vile atto di cui è stato vittima un consigliere comunale di opposizione;

Considerato che anche nel corso dell’approvazione dell’ultimo bilancio comunale l’assessore Girolametti aveva dato prova della sua indole non solo autoritaria ma anche liberticida affermando pubblicamente che era sbagliato concedere spazio e diritto di parola all’opposizione di Unione Civica che aveva presentato così tanto emendamenti da aver realizzato un “contro-bilancio”. In quella occasione l’assessore non solo dimostrava di non comprendere il ruolo democratico delle opposizioni (che hanno il diritto-dovere di fare proposte alternative) ma dimostrava di non conoscere nemmeno i principi e le regole, oltre che di una società democratica e liberale, del nostro Statuto e del nostro Regolamento comunale;

In altre parole l’assessore Girolametti rivendicava e rivendica a sé il diritto di stabilire chi può e chi non può parlare assumendo atteggiamenti di termidoriana memoria;

Il Consiglio Comunale impegna il Sindaco a immediatamente revocare, anche in difesa dell’immagine e della reputazione dell’Amministrazione comunale, la delega ai servizi sociali all’assessore Carlo Girolametti non essendo più compatibile il suo ruolo all’interno di un organo collegiale che deve necessariamente essere ed apparire democratico, pluralista e imparziale.

Roberto Paradisi, Luigi Rebecchini, Alan Canestrari, Davide Da Ros

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