Senigallia

Sciopero scuola, alunni (e genitori) rimandati a casa alla Puccini di Senigallia

In alcuni casi sono saltate delle lezioni, ma alla primaria di via Puccini i bambini non sono potuti nemmeno entrare. Protesta dei genitori, Sardella: «Come legale verificherò in ogni opportuna sede la legittimità di quei cancelli scolastici sbarrati»

Le due palazzine della scuola primaria Puccini di Senigallia: quella a destra verrà demolita
Le due palazzine della scuola primaria Puccini di Senigallia: quella a destra verrà demolita

SENIGALLIA – Disagi in alcuni istituti della città per l’adesione del personale della scuola aderente alle sigle sindacali Si Cobas e Slai Cobas allo sciopero di ieri, venerdì 29 gennaio. Il motivo dello sciopero era affermare la contrarietà – tra le varie voci – alla didattica a distanza e ai tagli ai fondi per l’istruzione. Disagi che in alcuni casi si sono tradotti nell’assenza di alcuni docenti ma in altri nella chiusura degli edifici scolastici con gli alunni rimandati a casa. Il che, nemmeno a dirlo, ha provocato la reazione di alcuni genitori.

A Senigallia disagi nello svolgimento delle lezioni si sono manifestati in più di un istituto: alla primaria Puccini si è verificata proprio la chiusura dell’edificio scolastico. «Nella giornata odierna i genitori e i bambini della scuola primaria Puccini di Senigallia sono rimasti vittime di un disservizio – spiega l’avvocato ed ex consigliere comunale Simeone Sardella – che reputo particolarmente grave. La scuola è rimasta chiusa ed i cancelli sbarrati per via di uno sciopero indetto dalle sigle sindacali di base (Cobas e Slai Cobas). Ho assistito ad una situazione triste, con decine di bambini e genitori davanti ai cancelli rinviati al proprio domicilio».

Un disservizio secondo l’esponente Pd cittadino a cui non erano giunte comunicazioni sulla chiusura della scuola: i genitori erano stati avvisati solo di possibili variazioni nell’orario delle lezioni, non di chiusura per l’intera giornata. E proprio questo ha fatto scattare la reazione di alcuni genitori. Sempre Sardella ha voluto precisare: «Ricordo che, ai sensi dell’art. 1 comma 2° lett d) della L. 146/90 l’istruzione pubblica è servizio essenziale, e deve esserne garantita la continuità con riferimento ai servizi degli asili nido, delle scuole materne e delle elementari. Come legale verificherò in ogni opportuna sede la legittimità di quei cancelli scolastici sbarrati, che per quanto mi riguarda hanno rappresentato una violazione di diritti costituzionali fondamentali. La Scuola non si chiude».

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