Senigallia

Sanità, i cambiamenti al laboratorio analisi non si vedono ancora: comitato senigalliese mobilitato

Disorganizzazione nel mirino delle critiche dell'utenza e del comitato cittadino a difesa dell'ospedale. Chiamati nuovamente in causa i responsabili di tale situazione che perdura da troppo tempo

Fila in attesa di entrare al laboratorio analisi dell'ospedale di Senigallia, foto del febbraio 2021
Fila in attesa di entrare al laboratorio analisi dell'ospedale di Senigallia, foto del febbraio 2021

SENIGALLIA – È passato un mese dall’ultimo incontro con i vertici dell’azienda sanitaria territoriale Ast 2 di Ancona ma la situazione della sanità pubblica è rimasta la stessa e i cambiamenti richiesti dal Comitato a difesa dell’ospedale senigalliese ancora non si vedono. Su tutte, preoccupa ancora l’organizzazione del laboratorio analisi.

I referenti del comitato senigalliese da tempo lamentano una disparità di trattamento rispetto agi altri presidi ospedalieri, con i pazienti costretti a subire i disagi di una disorganizzazione ormai conclamata e legata alla carenza di personale. «La nostra proposta per accedere ad un esame in laboratorio è in tre punti» affermano spiegando come la prenotazione dovrebbe avvenire al numero verde del cup regionale o del cup/cassa all’ospedale, anche se sarebbe meglio senza prenotazione e con un numero fisso di accessi; l’esame da fare al laboratorio e poi il ritiro dei referti e pagamento della prestazione nuovamente al cup/cassa ospedale. 

«Il cambiamento organizzativo richiesto è urgente e necessario – continuano – per la migliore accoglienza possibile dei pazienti che devono eseguire un esame ematico. Gli operatori, mai al completo da oltre 5 mesi (situazione inaccettabile di cui non si vede la soluzione), sono in difficoltà nell’accettazione e nel disbrigo delle pratiche. Adottando queste misure, non avendo più né cassa né consegna referti, potrebbero dedicarsi con calma all’accettazione dei pazienti, al back-office e all’invio degli esami ai pazienti dei territori, oggi molto sofferenti per la mole di lavoro arretrata. L’organizzazione proposta è quella dei servizi delle Ast2: perchè non a Senigallia?»

Nasce da qui l’appello – l’ennesimo – al dr. E.Rocchi e alla dr.ssa Storti perché possano «accordarsi e decidere in fretta per i pazienti e per il buon andamento del servizio»; in seconda battuta perché mantengano la dotazione organica oppure ridistribuiscano le mansioni e accettino «un veloce, adeguato e definitivo confronto su questo problema che si trascina da troppo tempo e che ha negli operatori e nei cittadini le vere vittime».

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