Senigallia

Ancora disagi, il comitato cittadino: «L’ospedale di Senigallia così non va»

Appello al direttore Ast Ancona Giovanni Stroppa su personale, risorse, organizzazione, liste d'attesa e servizi: «Ecco le nostre proposte»

Fila in attesa di entrare al laboratorio analisi dell'ospedale di Senigallia, foto del febbraio 2021
Fila in attesa di entrare al laboratorio analisi dell'ospedale di Senigallia, foto del febbraio 2021

SENIGALLIA – Risorse umane, liste di attesa, organizzazione, parcheggi e servizi. Questi i punti cardine dell’appello che il comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia ha lanciato nelle ultime ore all’azienda sanitaria territoriale, sottolineando anche il fatto che l’Ast di Ancona è tra le cinque aziende delle Marche quella più indebitata per la mobilità passiva con un saldo negativo di ben 38 milioni di euro. Gli attivisti della sanità locale si rivolgono direttamente al nuovo direttore, Giovanni Stroppa, consapevoli che non esiste la bacchetta magica per risolvere i problemi ma che serve buona volontà e tanto impegno da parte di tutti.

Tra le prime cose che stanno a cuore ai cittadini ci sono le risorse umane impiegate all’ospedale e nelle strutture sanitarie del distretto di Senigallia. «I camici bianchi sono pochi – sostengono –  soprattutto al pronto soccorso. I contratti fatti con i medici delle cooperative devono cessare anche per i costi esorbitanti: vanno sostituiti con l’assunzione dei medici specializzati e a tempo indeterminato che scaturiranno dal maxi-concorso» che porterà quasi 50 professionisti negli ospedali di Senigallia, Jesi e Fabriano.

In secondo luogo, ridurre finalmente le liste d’attesa. «La riduzione dei tempi di attesa va di pari passo con le risorse sanitarie. Il binomio è fondamentale per limitare i viaggi della speranza dei cittadini, per ridurre automaticamente la mobilità passiva e soddisfare le esigenze dei cittadini che potrebbero finalmente curarsi nella propria provincia».

Giovanni Stroppa
Giovanni Stroppa

Altro punto da migliorare è l’organizzazione. «E’ il caso dell’otorino dove 5 medici, 3 ospedalieri/dipendenti e 2 specialisti ambulatoriali/territoriali, inutilmente  utilizzati in ospedale, hanno sedute operatorie solo due volte al mese e con un numero massimo di 4 interventi anche di breve durata, due soli ambulatori e liste d’attesa infinite. Per ridurre le liste d’attesa – affermano in una proposta dal comitato – occorre dotare l’otorino di una unità operativa semplice dipartimentale (Uosd)  con autonomia gestionale, implementare le sedute operatorie, riportare le ore di specialistica ambulatoriale sul territorio e acquistare nuove attrezzature per gli esami ambulatoriali». Altro caso preso ad esempio è il laboratorio analisi (FOTO in alto, Ndr) dove la precedente direzione ha imposto un sistema che secondo il comitato produce solo confusione.

Infine l’annoso tema dei parcheggi ospedalieri, per cui chiedono dal comitato di riaprire immediatamente il parcheggio lungo lo stradone Misa, mentre «all’interno dell’ospedale va riservato un numero maggiore di posti per disabili, oggi pochi e quasi mai disponibili».

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