Senigallia

Ospedale di Senigallia in crisi, pochissimi medici: tuona il tribunale del malato

Il coordinatore del TdM, Umberto Solazzi: «Ora tutti si accorgono delle difficoltà ma dov’erano quando noi denunciavamo tutto ciò? La politica in silenzio, nostra voce sola nel deserto»

Il pronto soccorso dell'ospedale di Senigallia
Il pronto soccorso dell'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – «I reparti in crisi sono molti di più del solo pronto soccorso. È tutto l’ospedale che sta vivendo momenti molto difficili». Ha ben poca fiducia il coordinatore del tribunale del malato “C. Urbani” di Senigallia in merito alla soluzione dei vari problemi che affliggono la sanità pubblica della spiaggia di velluto. Dopo la lettera al prefetto da parte del primario Maracchini e della direttrice sanitaria Mancinelli e dopo la strutturale carenza di medici che ha portato ad avere un solo dottore di turno la mattina, cosa mai avvenuta, e di fatto la chiusura del reparto obi, la politica e la società civile si sono mosse. 

Umberto Solazzi, coordinatore del tribunale del malato “C. Urbani” di Senigallia, negli anni ha sempre denunciato pubblicamente, spesso non ascoltato, altre volte deriso, che la situazione dell’ospedale di Senigallia fosse in procinto di precipitare. Una serie di segnalazioni alle istituzioni che però non hanno avuto l’effetto desiderato.

«Adesso, dopo la malattia del dirigente (a casa per covid, fortunatamente paucisintomatico, ndr) tutti si accorgono della situazione dell’ospedale: ma dov’erano quando noi già tempo fa denunciavamo tutto ciò? Ora l’obi, l’osservazione breve intensiva, è chiusa, così come da una settimana la gastroenterologia; in crisi anche il reparto di otorinolaringoiatria, la cardiologia ha tre medici, con difficoltà che si ripercuotono anche sulla chirurgia e sugli interventi. A neurologia andranno via il primario De Dominicis che, essendo di Macerata, ha vinto un concorso proprio lì, e un altro medico».

Il problema non è solo di chi lavora in ospedale, spiega ancora Solazzi, ovviamente chi rimane si trova a dover coprire altri turni, dato che assunzioni non ve ne sono. Con un conseguente peggioramento anche dello stato psicologico degli operatori sanitari. Ma è un problema anche per gli utenti: arrivano in una struttura dove sanno che c’è poco personale, stressato, senza riposi e che potenzialmente rischia anche di commettere errori. Come si fa ad avere fiducia nella sanità? Solo l’encomiabile impegno dei lavoratori rialza la stima delle persone verso il settore pubblico.

La politica ha promesso stanziamenti per l’ospedale “Principe di Piemonte” di Senigallia: l’assessore regionale alla sanità Saltamartini ha annunciato circa 16 milioni per una nuova palazzina per l’emergenza che dovrebbe arrivare nel 2023. «Il problema è arrivarci al 2023 – tuona Solazzi – e la politica rimane in silenzio. Il sindaco Olivetti parla ogni sei mesi: a cosa serve? Io sarei andato in Regione ogni 15 giorni, tirando fuori gli attributi. Ma la via sembra essere solo una voce, una voce sola nel deserto».

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