Senigallia

Le nuove tac riaccendono la “guerra” tra gli ospedali di Senigallia e Jesi

Al nosocomio della spiaggia di velluto arriverà un macchinario da 375mila euro per la diagnostica di base, in Vallesina una da 1,8 milioni per esami avanzati. Il tribunale del malato insorge: «Che progetti per Senigallia?»

Sanità pubblica, ospedale di Senigallia, Principe di Piemonte
L'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – Arriverà una nuova tac all’ospedale di Senigallia. La buona notizia è contenuta nella determina del direttore generale Asur Marche, la n. 385 del 26 luglio scorso, in cui si legge che il pronto soccorso senigalliese verrà dotato di un “tomografo computerizzato per l’elaborazione di immagini diagnostiche di sezioni o strati del corpo umano” dal costo di circa 375 mila euro. Sempre nello stesso atto si legge però anche che all’ospedale di Jesi arriverà invece una tac più performante, del costo totale di 1,8 milioni di euro in noleggio per sei anni, per la diagnostica avanzata. Un divario che ha fatto sorgere più di un dubbio al responsabile del Tribunale del Malato “C.Urbani” di Senigallia, Umberto Solazzi, sull’adeguatezza di questa ripartizione dei fondi.

«Il pronto soccorso del nostro ospedale è l’unico, o uno dei pochi, senza una tac – spiega Solazzi. Da circa 15 anni lamentiamo l’assenza di tale strumentazione, fondamentale per gli esami di base. Ora siamo contenti che si faccia questo passo in avanti, anche se per farlo vengono utilizzati i fondi stanziati per fronteggiare l’emergenza covid. Però c’è una bella differenza tra ciò che arriverà a Senigallia e quanto l’Asur sta acquistando per Jesi. La nostra sarà una tac di scopo, generica per attività diagnostica di base, mentre quella per Jesi servirà per applicazioni avanzate a servizio dell’intera provincia».

Nell’allegato n.2 alla determina si riporta infatti la dicitura in merito alla strumentazione jesina per “applicazioni avanzate in ambito cardiologico, vascolare, oncologico, polmonare, neurologico e addominale”. E ancora: “…il potenziamento della rete diagnostica di primo livello (sede Senigallia) e secondo livello avanzato nell’interesse dell’intera provincia (sede Jesi), per la diagnosi di primo livello e per la diagnostica avanzata di patologie covid correlate (respiratorie da polmonite interstiziale a embolia polmonare, cardiologiche-miocardie, neurologiche-emboli/coaguli cerebrali)”. 

«A questo punto mi vengono in mente due domande – continua il responsabile del Tribunale del Malato- perché non poteva essere Senigallia la sede di una diagnostica avanzata e che progetti futuri ci sono per l’ospedale cittadino? Da tempo chiedo che qualcuno ci venga a spiegare cosa rimarrà qui al Principe di Piemonte, spogliato ormai di tanti servizi e competenze». 

La sede del Tribunale del Malato presso l'ospedale di Senigallia
La sede del Tribunale del Malato presso l’ospedale di Senigallia

«Alcuni giorni fa, durante l’incontro con l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini a Senigallia a cui non siamo stati invitati, è stato detto che ci sono oltre 7 milioni di euro per mettere a norma la rianimazione e il pronto soccorso dell’ospedale di Senigallia. Una buona notizia, anche se sembra facciano a gara a chi promette più soldi, ma bisogna anche dire che cosa avverrà dopo: verrà assunto anche il personale? Verranno formati gli operatori per poter sfruttare certi macchinari o si lascerà, come al laboratorio analisi, che strumenti per esaminare cento tamponi all’ora rimangano inutilizzati per carenza di personale?».

Tra le altre criticità, elenca ancora Solazzi, c’è anche il sesto piano del palazzo ospedaliero identificato come “vecchio monoblocco”, attualmente in disuso da anni. «Cose come questa non dovrebbero accadere. Ecco perché chiedo a tutte le autorità quali siano i programmi futuri per Senigallia: non vorrei che ci ritrovassimo con un ambulatorio, magari un bell’ambulatorio ma pur sempre tale, al servizio di Jesi».

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