Senigallia

«L’ospedale di Senigallia dimenticato dalla Regione»

Comitato cittadino per la sanità pubblica all'attacco dei vertici regionali colpevoli di aver dimenticato di potenziare i servizi e le attrezzature all'ospedale di Senigallia

Manifestazione di protesta per la sanità pubblica del comitato cittadino a difesa dell'ospedale di Senigallia
Manifestazione di protesta per la sanità pubblica del comitato cittadino a difesa dell'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – Mentre l’ospedale regionale a Torrette di Ancona rappresenta una eccellenza italiana, l’Agenas bacchetta la Regione per l’andamento degli altri ospedali e centri di cura pubblici e privati, affermando che oltre la metà non raggiunge la sufficienza. E proprio su uno di questi, l’ospedale Principe di Piemonte in via Cellini a Senigallia, si concentra il comitato cittadino a difesa dell’ospedale, interpellando Acquaroli per capire quale strada voglia intraprendere palazzo Raffaello.

Il comitato prende di mira l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini, troppo concentrato sulle inaugurazioni, «di fatto commissariato dopo la nomina a sottosegretario alla sanità regionale del dottor Salvi, ex primario del pronto soccorso di Torrette». Gli attivisti della sanità locale sottolineano come Saltamartini abbia potenziato con Tac e servizi l’ospedale di Cingoli, nel maceratese, suo bacino elettorale, e più recentemente il nuovo pronto soccorso dell’ospedale di Cagli, bacino elettorale dell’assessore ai lavori pubblici ed ex sindaco a Pergola Francesco Baldelli.

«Non vorremmo pensare che la causa della dimenticanza dell’Ospedale di Senigallia da parte della Regione sia l’attenzione ai propri bacini elettorali: non avendo nessun politico senigalliese a palazzo Raffaello saremmo fortemente penalizzati – affermano dal Comitato -. E’ vero che con esponenti di spicco del PD fino al 2020 non è che sia andato meglio, anzi».

«Anche l’ultimo piano socio-sanitario regionale, licenziato ad agosto 2023, è un disastro per Senigallia – continuano dal Comitato cittadino a difesa dell’ospedale -. La legge dice che una popolazione di almeno 40 mila abitanti, e Senigallia li supera, deve avere almeno una casa e/o un ospedale di Comunità, strutture dotate di personale sanitario e attrezzature. L’ospedale di Senigallia non ne ha nessuna ma hanno pensato a un centro operativo territoriale, praticamente un centralino telefonico come risarcimento al posto di un punto di primo intervento. E che fine ha fatto il nuovo pronto soccorso per il quale sono già stanziati 16 milioni di euro, risorse del PNRR che devono vedere una risoluzione progettuale entro il 2026? Questa la considerazione per il nostro nosocomio».

Un’ultima considerazione è per tutti i politici, accusati di non avere abbastanza in considerazione la tutela della salute dei cittadini e il mantenimento qualitativo della sanità pubblica nella seconda città della provincia di Ancona per popolazione nonché prima per flussi turistici.

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