Senigallia

Sanità, il laboratorio analisi di Senigallia torna al centro delle polemiche

Personale in ferie o in malattia non sostituito: ciò causa un allungamento delle liste di attesa che si ripercuotono sull'utenza facendola convergere verso i laboratori privati

Ospedale di Senigallia
Ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – La riorganizzazione del laboratorio analisi dell’ospedale di Senigallia proprio non va giù, oltre che ai cittadini, anche al Comitato nato in difesa del nosocomio della spiaggia di velluto. La paventata ottimizzazione dei servizi si è tradotta in una riduzione da 120 a 60 delle prenotazioni disponibili per l’utenza senigalliese, che d’estate cresce fino a raddoppiare e oltre, con la conseguenza che i giorni di attesa perché venga la prestazione è passato da 2/3 fino anche a 17 giorni. Il che significa poi rivolgersi di conseguenza ai laboratori privati.

«Questa è la “sanità pubblica alla buona” che contestiamo – fanno sapere dal Comitato di difesa dell’ospedale di Senigallia – perché, dicendo fintamente di riorganizzarsi, non si fa altro che spostare risorse dal pubblico al privato, con grave disagio cittadino. E tutto ciò accade perché i dirigenti sanitari e amministrativi dell’Area Vasta 2, di cui fa parte Senigallia, sono tutti dislocati nel territorio di Jesi e Fabriano, grazie a Ceriscioli, Volpini e co. che li hanno nominati, lasciando scoperto totalmente il nostro ospedale».

Senigallia viene ritenuta dunque il fanalino di coda nei servizi sanitari all’interno dell’area vasta 2, anche perché il problema è anche nel personale che, oltre a essere ridotto, non viene sostituito quando in ferie o in malattia: «il laboratorio analisi, vanto cittadino per i suoi precedenti primari come il prof. Ragaini, il dott. Mazzei e il dr. Quagliarini, non è più tale – concludono dal Comitato – ma è stato ridotto ad un semplice punto prelievo. Questo ci ricorda molto quello che è accaduto ai vari ospedali della zona quali Ostra, Corinaldo, Ostra Vetere e Arcevia, ridotti progressivamente a punti di contatto cittadino e, quando va bene, ad ambulatori».

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