Senigallia

Sanità, il direttore d’Area Vasta, Bevilacqua fa il punto sull’ospedale di Senigallia

Intervista a 360 gradi sullo stato di salute del nosocomio tra assunzioni di primari e medici, nuove apparecchiature e alcune difficoltà: «Il nosocomio della spiaggia di velluto è un'eccellenza nella rete sanitaria territoriale»

L'ospedale di Senigallia
L'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – L’ospedale e la sanità sono spesso al centro del dibattito politico cittadino. Il più delle volte per le segnalazioni degli stessi utenti che notano ogni singola disfunzione del sistema sanitario pubblico, altre volte per lo stimolo che arriva dagli stessi operatori, dai sindacati o dalle associazioni e comitati cittadini. E a questi stimoli, spunti, osservazioni va data qualche risposta. Da qui nasce questa intervista al direttore dell’Area Vasta 2, ing. Maurizio Bevilacqua.

Partiamo facendo un quadro della situazione cittadina e valliva, anche alla luce del lavoro svolto da lei finora e della conferma nel ruolo al vertice dell’A.V.2
«Sono stato molto onorato di questa conferma, giunta al termine di un percorso condiviso con tanti professionisti capaci. Ci aspetta un periodo importante pieno di lavoro e di sfide che ha visto e vedrà il rinnovo di ben 23 posizioni primariali su tutta l’area vasta. Spero dunque di fare bene, posso assicurare che metterò il massimo impegno, così come in passato. Senigallia e il suo territorio sono inquadrati nel principio dell’azione di rete in seno a tutta l’AV2. L’Ospedale di Senigallia è un punto di eccellenza in questa rete, e non solo perché è uno dei centri più densamente popolati della nostra regione. Stiamo investendo molto su personale e dirigenza medica».

Quanti e quali sono i reparti, secondo lei, che hanno bisogno ancora di un intervento (ammodernamento attrezzature / assunzione personale / ecc..) che possa farli funzionare in maniera ottimale? Eventualmente, che tempistica è possibile prevedere per l’ottimizzazione?
«In questi ultimi giorni sono arrivate per l’ospedale di Senigallia le nomine dei due nuovi primari: la dottoressa Laura Morbidoni che è andata a dirigere la struttura complessa di medicina interna e il dottor Luigino De Dominicis che opera a capo della struttura complessa di Neurologia. Con questi due incarichi siamo andati a ricoprire due primariati che erano rimasti privi della figura apicale e abbiamo aggiunto un altro tassello nel puzzle delle nomine dopo che l’anno scorso erano stati coperti altri due primariati: la dottoressa Emilia Fanciulli, primario di Nefrologia e Dialisi, e la dottoressa Daniela Spadini, primario del Centro Trasfusionale. Ciò a conferma della volontà di consolidamento delle posizioni vacanti e nell’ottica di un ulteriore rafforzamento della qualità dell’offerta sanitaria della nostra area vasta. Posso aggiungere che abbiamo movimentato 146 assunzioni di unità equivalenti e approvato un piano assunzioni da cui attingere costantemente. Purtroppo, e questo è un problema noto a livello generale e che travalica l’intera regione, c’è carenza di medici in alcune branche, per cui si incontrano delle difficoltà a reperire personale medico in alcune specialità. Per quanto riguarda il lavoro in corsia, i reparti sono tutti costantemente coperti, con un turn over che fa onore agli operatori».

Su quali situazioni si dovrebbe instaurare un dialogo più proficuo con il tribunale del malato e i vari comitati / gruppi cittadini che si stanno facendo sentire in città? Le loro proteste hanno un qualche fondamento?
«Personalmente, e chi mi conosce lo sa, sono da sempre aperto all’ascolto e al dialogo e sono un profondo e convinto sostenitore dell’associazionismo. Ben vengano ogni volta sollecitazioni, consigli, critiche, purché in un’ottica costruttiva e di confronto, mettendo al bando ogni forma di faziosità e strumentalismo. Non credo di essermi mai sottratto a quanto scritto, detto, dichiarato a mezzo stampa dalle associazioni e dai comitati, né a richieste di incontri pervenute, sempre motivato dall’idea che se alcuni cittadini o portatori di interesse si fanno portavoce della collettività sia giusto che un rappresentante, gestore dell’ente pubblico si renda disponibile a un dialogo nell’ottica dell’interesse comune. Le proteste e le segnalazioni, se e quando arrivano, hanno sempre un input: sta poi a tutti noi, di concerto, lavorare insieme per superare ogni criticità».

Risponde al vero la voce sull’eliminazione delle visite per la parto – analgesia all’Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Senigallia? Se sì, a cosa è dovuto?

Maurizio Bevilacqua
Maurizio Bevilacqua

«Su questo punto ha fatto sentire la sua voce il comitato in difesa dell’Ospedale di Senigallia. La questione era già stata chiarita, ma approfitto di questa occasione per chiarire definitivamente che la partoanalgesia a Senigallia non verrà toccata da nessun provvedimento, anzi, è un servizio che è stato voluto ed è un fiore all’occhiello della sanità senigalliese. Sono state anche rinnovate le sale parto, un restyling necessario per superare l’obsolescenza delle attrezzature e dei locali, e il punto nascita è stato impreziosito da una vasca per il parto in acqua che lo ha reso anche più appetibile per le partorienti. Attualmente la partoanalgesia al reparto di Ostetricia e Ginecologia di Senigallia è disponibile nell’arco delle 24 ore giornaliere grazie alla collaborazione dei medici anestesisti ospedalieri».

Per quando è prevista l’inaugurazione della risonanza magnetica? È a conoscenza dell’esposto alla Corte dei Conti presentato da un comitato senigalliese? Cosa ne pensa?
«Nei giorni scorsi, insieme al sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, al dottor Giovanni Consalvo e al dottor Fabrizio Volpini, presidente della commissione regionale sanità fino all’altro giorno, ho svolto personalmente un sopralluogo in ospedale per valutare lo stato dei lavori di installazione della nuova risonanza magnetica. L’apparecchiatura, che ha già attivato il magnete, è in fase di collaudo e stanno partendo i corsi di formazione al fine di preparare il personale che dovrà utilizzarla. Per quanto attiene all’esposto, l’ho appreso anche io dai giornali».

Parliamo di gastroenterologia: è già avvenuta la sostituzione del personale medico che aveva causato la “chiusura” temporanea del reparto?
«Nel mese di luglio sono state espletate le procedure per la estensione di una graduatoria a seguito di avviso pubblico, i cui esiti sono stati pubblicati sull’albo pretorio dell’AV2. Comunque le criticità che sono emerse in questi ultimi tempi sono legate esclusivamente alla difficoltà di reperire il personale medico: dobbiamo sostituire medici specializzati in università non a numero chiuso con laureati in corsi a numero chiuso sottodimensionati rispetto al reale bisogno. Da parte nostra è sempre stata garantita la massima disponibilità, ed abbiamo anche quella dei colleghi della nostra e delle altre aree vaste disposti a lavorare in rete».

A che punto è la riorganizzazione del Pronto Soccorso, anche per quanto riguarda la sicurezza del personale?

Il pronto soccorso dell'ospedale di Senigallia
Il pronto soccorso dell’ospedale di Senigallia

«Il Pronto Soccorso di Senigallia assolutamente non era e non è al “collasso”. Il personale è al completo e per la sicurezza abbiamo provveduto con l’attivazione del servizio di vigilanza. L’ospedale ha una struttura datata che necessita di interventi di riqualificazione. Il reparto gode di buona salute perché riesce a garantire, grazie alla capacità professionale di tanti colleghi e alla loro abnegazione, circa 120 accessi giornalieri di media nel periodo estivo».

Le liste di attesa hanno creato una sorta di sfiducia secondo lei verso l’operato dell’Asur? C’è bisogno di un appello alle varie associazioni / realtà cittadine che si interessano di sanità?
«Il territorio cui noi facciamo riferimento, quello dell’Area Vasta n.2, copre circa duemila chilometri quadrati per un totale di 50 comuni e su questo territorio insiste circa un terzo di tutta l’utenza marchigiana. Negli ultimi anni, e in particolare mi riferisco all’ultimo periodo, grazie agli investimenti che ci sono stati concessi dalla Regione, siamo riusciti a fare enormi passi in avanti e si sta cominciando a raccogliere i frutti del lavoro svolto, come testimoniato dai dati di attività, sia in riferimento alla quantità sia alla qualità».

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