Senigallia

Alla Rocca l’eccidio di Senigallia nello spettacolo sul duca Valentino

La celebre fortezza di Senigallia è stata co-protagonista della messa in scena di uno dei più sanguinosi episodi della storia della città, realizzata grazie all'associazione "L'estetica dell'Effimero". Tanto il pubblico coinvolto nelle danze rinascimentali e nella vita risorgimentale

SENIGALLIA – Si è svolto nei giorni scorsi alla Rocca roveresca lo spettacolo storico e immersivo promosso dal Polo Museale delle Marche, dal Comune di Senigallia e dall’associazione culturale “L’Estetica dell’Effimero”. Personaggi in costumi rinascimentali e poi risorgimentali si sono succeduti in varie scene per riportare i visitatori indietro nel tempo fino all’eccidio di Senigallia del 1502 e poi alle vicende del patriota Simoncelli.

Tante le persone che si sono aggirate per le stanze e i corridoi della Rocca roveresca per ammirare la storia vissuta dal celebre monumento di Senigallia e ancora visibile attraverso molti segni. Complici gli attori dell’associazione L’Estetica dell’Effimero, di Anna e Lorenzo Marconi, e grazie alla regia di Michele Pagliaroni, la realtà contemporanea ha lasciato posto agli eventi concitati della notte del 31 dicembre 1502, quando proprio il figlio di Alessandro VI, Cesare Borgia, allora all’apice della sua fortuna, invitò i suoi capi militari – Vitellozzo Vitelli, il Duca di Gravina Francesco Orsini, Paolo Orsini, e Oliverotto da Fermo – per una cena di riappacificazione a Senigallia.

Scopo della riunione era anche quello di preparare il piano delle future campagne militari, ma appena entrati a palazzo gli uomini vennero circondati da guardie armate e fatti prigionieri. Due di loro furono strangolati la notte stessa, gli altri uccisi qualche settimana dopo. Una rievocazione storica con particolare attenzione nella preparazione dei costumi dell’epoca e soprattutto il coinvolgimento del pubblico nelle scene delle danze rinascimentali volute da Giovanna Della Rovere prima dell’arrivo del duca Valentino e prima della strage di Senigallia.

Spazio poi alle vicende più moderne, al 1852, quando il patriota senigalliese Girolamo Simoncelli venne incarcerato nelle prigioni sotterranee: la Rocca, all’epoca, era adibita infatti a carcere pontificio. Si sono susseguite scene con gli orfani di guerra e figli di carcerati, tenuti dalle suore del Protettorato di San Giuseppe: la Rocca ebbe la funzione di ricovero e cura dell’infanzia abbandonata per oltre 20 anni. Nel 1932 poi il Ministero delle Finanze la consegnò a quello dell’Educazione Nazionale.

Nel secondo dopoguerra, infine, per la Rocca si avvicendarono proposte di destinazione d’uso e usi contingenti legati al periodo bellico (magazzini di generi di sussistenza militare, ricoveri antiaerei, depositi e casermaggi) e alle attività balneari della città (deposito Albergo Bagni), fino a proporne funzioni quali Sede del Fascio e Caserma per Giovani Fascisti, ma anche Biblioteca comunale negli ambienti del secondo piano. Anche di questo periodo i visitatori hanno conosciuto un’anima: il bagnino dell’Albergo Bagni che stava sistemando oggetti vari legati alla balneazione.

Informazioni: www.roccasenigallia.it
Foto di Patrizia Lo Conte

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