Senigallia

Ristoratori di Senigallia preoccupati: «Sarà un’annata disastrosa»

Parla Riccardo Riccadonna, titolare del Saladino, in pieno centro storico. «Il settore è in grave crisi e la riapertura sarà tragica. Ecco perché»

Riccardo Riccadonna
Riccardo Riccadonna

SENIGALLIA – La crisi del settore della ristorazione non si limita a uno o due mesi di chiusura imposti per il coronavirus; certamente è un periodo sufficiente comunque a creare seri problemi di liquidità agli imprenditori. Ma anche nei prossimi mesi ci saranno ripercussioni: e saranno ancora più gravi se non verranno previsti aiuti e contributi – concreti e importanti – per i ristoratori e per il personale stagionale.

«Dopo quasi tre mesi di mancato incasso – afferma Riccardo Riccadonna, titolare de Il Saladino in via Pisacane, centro storico di Senigallia – ci troviamo a dover affrontare delle spese, come le tasse o le bollette, oggi insostenibili. È più difficile far fronte a tutto questo se non hai lavorato finora. E poi c’è la riapertura: se le ipotesi rimarranno queste di cui si parla in questi giorni, secondo me sarà tragica».

«Se verrà mantenuta l’ipotesi del distanziamento di almeno un metro, un metro e venti, tra una persona e l’altra – continua – caleranno i ricavi e il margine di guadagno, già sottile, scomparirà del tutto». Ne è convinto anche perché ha già fatto dei conti. «Io ho 88 posti in sala ma da giugno me ne rimarrebbero circa 28. Facendo qualche doppio turno, forse potrò arrivare a 35-40 clienti. Impensabile».

E poi c’è la questione della sanificazione dei locali nonostante siano stati chiusi, delle mascherine e dei guanti per il personale, da gettare a ogni consegna anche per l’asporto, con un altissimo rischio di prendersi anche delle multe: non è fattibile un regime così nella ristorazione».

Il ristorante "Il Saladino" a Senigallia
Il ristorante “Il Saladino” a Senigallia

Sempre sul fronte dei costi, le ipotesi finora paventate per i ristoranti non coinvincono gli imprenditori. «Se rimango aperto per 20 persone, ho gli stessi costi di quando faccio 80-100 coperti: luce, acqua, gas, strumentazione, personale. La consegna a domicilio è troppo costosa: servono più persone, mezzi intestati e c’è il forte rischio di consegnare tardi i piatti ordinati. Ora proviamo con l’asporto e poi vedremo a che condizioni si potrà riaprire e se ci consentirà di pagare le spese, le tasse e di guadagnare qualcosa; certo è che i ricavi si sono ridotti tantissimo».

C’è infine da dare uno sguardo al futuro e la stagione turistica non si prospetta rosea. «Dobbiamo considerare che non ci saranno eventi quest’anno a Senigallia, quindi anche il turismo ne risentirà. Io non so che conti abbiano fatto nel governo per quanto riguarda la situazione dei ristoratori: il rischio è quello di uno sciopero fiscale, pagherò solo quello che potrò. Abbiamo – conclude il titolare del Saladino – fatto una stima con i colleghi degli altri locali di Senigallia e questa annata sarà per tutti disastrosa».

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