Senigallia

Senigallia, riqualificazione dello stadio: a rischio tutto il progetto per l’area di via Piave

La società "Commercianti Indipendenti Associati" del gruppo Conad chiede di chiudere la rivisitazione del progetto e vuole un indennizzo. Lamentele contro la rinuncia che priverebbe la città di importanti opere pubbliche. Vivi Senigallia accusa la giunta

I parcheggi di via Piave, davanti lo stadio Bianchelli di Senigallia
I parcheggi di via Piave, davanti lo stadio Bianchelli di Senigallia

SENIGALLIA – Sembra stia per saltare l’ipotesi di restyling dello stadio Bianchelli avanzato dal gruppo Conad. A fare un passo indietro è proprio la società proponente che, anzi, chiede pure un indennizzo al Comune per le spese progettuali sostenute finora. La causa della rinuncia sarebbe da ricercare nelle lungaggini che hanno portato di fatto a uno stop al project financing dello stadio, nonostante l’approvazione della prima ipotesi progettuale nel 2020, da parte del precedente consiglio comunale.

Il progetto di partenariato pubblico/privato proposto dalla società cooperativa “Commercianti Indipendenti Associati” prevedeva inizialmente l’intera riqualificazione dell’area dello stadio compresa tra via Campo Boario, via Stadio, via Piave e via Montenegro, con l’introduzione di un supermercato Conad e altri negozi oltre a una serie di opere pubbliche. Tra queste c’erano la messa a norma della curva, delle tribune e dei locali sottostanti allo stadio Bianchelli, un nuovo palazzetto dello sport e un parcheggio a due piani. Quest’ultima idea venne poi stralciata dal progetto per la contrarietà dei residenti. Al suo posto venne presa in considerazione dalla nuova giunta Olivetti l’idea che si mettesse mano con gli oneri di urbanizzazione al ponte Garibaldi. Del gemello del ponte II Giugno si chiedeva la medesima fine: la demolizione e ricostruzione senza pile in alveo.

Il progetto di finanza da una decina di milioni di euro trovò davanti a sé anche altri ostacoli, come il parere della Soprintendenza che non consentiva di mettere mano e spostare le statue e il portale del Bianchelli, datati 1933 con “firma” dello scultore Silvio Ceccarelli. Sette mesi fa, poi, erano state inviate delle proposte alternative che recepivano il parere espresso dalla soprintendenza ma le lungaggini di cui sopra hanno fatto traboccare il vaso.

Da qui la richiesta – pena il passaggio alle vie legali –  di formale chiusura del procedimento di rivisitazione del progetto e di indennizzo per oltre 116mila euro di spese progettuali. Sembra non ci siano quindi margini per recuperare il necessario dialogo tra Comune e cooperativa proponente e su questo interviene il capogruppo di Vivi Senigallia Lorenzo Beccaceci. «E’ un duro colpo per tutta la città, le cui responsabilità ricadono esclusivamente sulla giunta Olivetti, prigioniera della sua logica antipolitica del dire sì a tutti». Un «clamoroso fallimento» che «danneggia Senigallia sia dal punto di vista urbanistico, privando la zona residenziale del Bianchelli di un importante intervento di riqualificazione che avrebbe messo a disposizione nuovi posti auto anche a servizio del centro storico, sia dal punto di vista sportivo, negando a tutte le associazioni una nuova struttura in sostituzione del vecchio palazzetto di Campo Boario. Per non parlare del mondo del calcio cittadino, che non vedrà realizzati alcuni fondamentali interventi di manutenzione straordinaria allo stadio».

Da Unione Civici Marche intervengono Roberto Paradisi e Maurizio Mugianesi specificando come la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche non abbia bocciato il progetto ma “solo” indicato la difesa del solo ingresso monumentale e la preservazione dello spazio antistante lo stadio. «Nessun accenno alle mura (peraltro compromesse da interventi successivi alla realizzazione in epoca fascista della struttura come tutto il resto dello stadio) e nessun accenno a qualsiasi altra opera muraria. Ciò che la Soprintendenza vuole (giustamente) tutelare sono le statue e l’ingresso monumentale con il suo apparato decorativo». «Si riprenda in mano il progetto, si istituisca una conferenza di servizi, si tuteli, allo stesso modo, la struttura architettonica (maestosa e identitaria) dell’ingresso dello stadio e lo sport per i giovani».

Ti potrebbero interessare