Senigallia

Riccardo Pizzi e le elezioni: «Il mio impegno per Senigallia»

L'avvocato 45enne è alla guida di una lista, La Civica, nonché possibile candidato all'interno di una coalizione di centrodestra

Riccardo Pizzi
Riccardo Pizzi

SENIGALLIA – «Fare politica per me significa impegnarsi per la collettività, ma non solo in senso amministrativo: anche chi evita di gettare una sigaretta a terra fa politica, perché si occupa del bene pubblico e lancia un messaggio, forte, verso tutti. Il mio impegno è nato nel 2014, con la vicenda amianto all’ex arena Italia: durante la riunione del 14 marzo ascoltai il sindaco affermare di aver “ammazzato” i vari comitati che si erano costituiti a Senigallia. Un modo diverso di fare politica mi sembrava possibile e necessario e da allora non mi sono più fermato». Sono le parole di Riccardo Pizzi, 45enne avvocato di Senigallia, possibile candidato a sindaco per il centrodestra – in lizza con l’ex sindaco di Ostra Massimo Olivetti, la conferma ufficiale arriverà solo tra qualche giorno – in vista delle elezioni comunali che si terranno a maggio prossimo.

Dalle battaglie per risolvere alcune problematiche legate all’ex arena Italia, è partito il gruppo che ha fatto nascere la lista Senigallia Bene Comune, di cui Pizzi ha fatto parte fino all’estate scorsa, mentre continua tuttora l’impegno nel comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia per quanto riguarda la criticità in ambito sanitario locale. Ora si profila un altro impegno, di ben altra entità e intensità.

Perché si è voluto impegnare di nuovo nella sfida elettorale?
«La mia passione per la politica nasce da questioni molto concrete come l’ambiente, la salute, portate avanti attraverso gruppi civici e comitati; la nascita di mia figlia ha aumentato poi questo impegno, proprio perché le nuove generazioni possano godere di una città accogliente, a misura di tutti i bambini, con tanto verde. Per far questo però ci si deve impegnare in prima persona, per combattere soprattutto l’astensionismo» che sta crescendo molto anche a Senigallia.

Non è stato possibile continuare il percorso con Senigallia Bene Comune?
«Mio malgrado, no: è stato difficile uscirne, avendola fondata assieme ad altre persone, ma è stato necessario. Mentre cercavo di sottolineare l’incoerenza di alcuni atteggiamenti, è emersa la questione dello statuto che ha fatto traboccare il vaso. A mio avviso gli eletti sono delegati a cui i cittadini e anche i sostenitori che si impegnano riversano tutta la loro fiducia, chiedendo in cambio la coerenza con quanto sostenuto in fase programmatica».

E ora l’impegno con il centrodestra: la tempistica è sospetta…
«Sono uscito da Sbc per una questione di coerenza e principi, questo ci tengo a ribadirlo. Il dialogo con tutte altre forze della coalizione (Lega, Forza Italia e Unione Civica, ndr) è venuto dopo, proprio per la mia voglia di mettermi in gioco. Qui ho trovato il clima giusto per un confronto tranquillo e sereno, l’attenzione al ruolo e alle persone e quella coerenza che nel centrosinistra non c’è più, scontentando molti elettori. Sono fiducioso nella squadra che si sta formando: confido che la scelta ricada su un candidato valido, una figura moderata capace di ascoltare le istanze dei cittadini e che sarà rappresentante di tutte le anime della coalizione».

Secondo lei non c’è stata coerenza nell’operato dell’amministrazione comunale?
«Direi proprio di no. Se prendiamo per esempio la questione della sicurezza idrogeologica, i ponti sarebbero dovuti essere rifatti a campata unica, come scritto nel programma elettorale del Pd: son stati spesi 700/800 mila euro di fondi comunali per rifare ponte Perilli ed è stato rifatto esattamente com’era, con le pile in alveo. La pedonalizzazione di ponte II Giugno era dovuta a motivi di sicurezza mentre ora fanno sapere che vorrebbero eliminare le auto da tutto il centro. Piazza Garibaldi doveva avere verde e parcheggi, ma il progetto è stato cambiato radicalmente senza che nessuno lo sapesse, così come all’arena Italia son stati eliminati una quindicina di spazi per le auto senza la minima concertazione. Parlano di trasparenza ma dei rilievi del Mef (il ministero dell’economia e delle finanze) nessuno sapeva nulla e per ottenere l’accesso agli atti abbiamo dovuto faticare davvero tanto. Per non dire della questione della piscina Saline e della tristemente nota lettera del sindaco del 14 maggio 2014. Per carità, nessuno è perfetto ma serviva un po’ di umiltà e si doveva informare il consiglio; tra l’altro: se il controllo è normale e avviene in tutte le città, non è normale l’entità né l’importanza dei rilievi evidenziati. Vorrei anche segnalare che alcuni componenti del Coc (il centro operativo comunale) sono stati rinnovati solo nel pomeriggio del 5 maggio 2014, il giorno dopo l’alluvione: era dal 2002, dalla sua costituzione, che non veniva fatto. Altro che prevenzione! Sempre nel programma del Pd non c’era alcun accenno né alla fusione con Morro d’Alba, né all’unione dei comuni, poi si è venuti a sapere che mentre lavoravano alla prima, stavano redigendo la bozza di quella che poi sarebbe stata l’unione Le terre della marca senone».

Quale strategia adotterete in caso di elezione?
«Per prima cosa, bisogna ritrovare il dialogo con i residenti e gli utenti dei vari servizi: anche quando ci son state le riqualificazioni, molto spesso chi fruiva di una certa area non era a conoscenza di ciò che sarebbe stato fatto. C’è sempre stata poca partecipazione, pochi gli incontri con la città. Per quanto riguarda la sanità, vogliamo poi parlare del sindaco che non ha portato le istanze di tutta Senigallia in Regione? E poi il verde urbano: finora non c’è stata la giusta attenzione. E non mi si venga a dire dei parchi della Cesanella e Saline, che erano opere di compensazione a carico di Autostrade (per l’Italia, Ndr) per la terza corsia autostradale. Da ormai cent’anni non abbiamo più il referendum comunale e i centri civici non sono stati rinnovati. Gran parte delle risorse dei senigalliesi sono state convogliate fuori città sotto forma di concessione e questo ha indebolito i nostri esercizi e i cittadini tutti in modo speriamo non del tutto irreparabile, ma certo molto grave. Viviamo in una città impoverita e speriamo di poter rinascere. Tutto questo prestando attenzione al bilancio comunale».

C’è qualche altro candidato o coalizione, tra nomi e sigle finora rese note, che la preoccupa più di altre?
«Mi preoccupa l’astensionismo: mi piacerebbe che tutti i cittadini andassero a votare, che partecipassero e che si informassero. Inoltre, la capacità di controllo del territorio da parte del Pd».

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