Senigallia

Referendum eutanasia legale, raccolta firme anche a Senigallia

Nonostante il raggiungimento delle 500.000 firme necessarie per indire il referendum, l’iniziativa prosegue. Banchetti in piazza Roma per abrogare alcune parole dal testo dell'articolo 579 del codice penale. Ecco cosa chiede il quesito

Il municipio di Senigallia in piazza Roma
Il municipio di Senigallia in piazza Roma

SENIGALLIA – Continua la raccolta firme a favore del referendum sull’eutanasia legale. Nonostante il raggiungimento delle 500.000 firme necessarie per indire il referendum, come annunciato dall’associazione Luca Coscioni, promotrice della campagna, l’iniziativa prosegue anche nelle giornate del 20 e 21 agosto dalle 17:30 alle 20, quando sarà allestito in piazza Roma a Senigallia il banchetto per la raccolta firme.

Il quesito referendario riporta: Volete voi che sia abrogato l’art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente) approvato con regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398, comma 1 limitatamente alle seguenti parole «la reclusione da sei a quindici anni.»; comma 2 integralmente; comma 3 limitatamente alle seguenti parole «Si applicano»?

Per qualcuno potrebbe essere difficilmente comprensibile la lettura: in caso di vittoria del “no“, tutto rimarrebbe com’è attualmente; in caso di vittoria del “si” del suddetto articolo, rimarrebbe questo testo: «Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni. Non si applicano le aggravanti indicate nell’articolo 61. Si applicano le disposizioni relative all’omicidio [575-577] se il fatto è commesso: Contro una persona minore degli anni diciotto; Contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti; Contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno».

A tal scopo si sono organizzati come promotori diversi esponenti del centrosinistra senigalliese, tra cui Luana Pedroni, ex consigliera comunale ed ex capogruppo Pd, ora referente di zona per il comitato nato proprio per il referendum sull’eutanasia legale. «Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni. Per quanto riguarda, invece, condotte realizzate al di fuori delle forme previste dall’ordinamento sarà applicabile il reato di omicidio doloso (art. 575 cp). Forme di eutanasia c.d. passiva, ovvero praticata in forma omissiva, cioè astenendosi dall’intervenire per tenere in vita il paziente in preda alle sofferenze, sono già considerate penalmente lecite soprattutto quando l’interruzione delle cure ha come scopo di evitare il c.d. “accanimento terapeutico”. È però vero che molti casi ambigui creano condotte “complesse” o “miste” che non consentono spesso di distinguere con facilità se si tratti di eutanasia mediante azione od omissione e soprattutto pongono il problema di una possibile disparità di trattamento ai danni di pazienti gravi e sofferenti affetti però da patologie che non conducono di per sé alla morte per effetto della semplice interruzione delle cure. Proprio al fine di non creare discriminazioni tra tipi di malati, emerge l’esigenza di ammettere l’eutanasia a prescindere dalle modalità della sua esecuzione concreta (attiva od omissiva)».
Gli stessi organizzatori ricordano inoltre che si può firmare anche online https://referendum.eutanasialegale.it/firma-digitale/

A fianco dei promotori si sono schierati anche i gruppi senigalliesi di Più Europa e del Partito Socialista Italiano, i quali raccoglieranno insieme le firme per i referendum su eutanasia e giustizia. «Il primo è una battaglia di progresso e di umanità che i due gruppi hanno inteso condividere. I referendum sulla giustizia, invece, da una parte saranno utili al fine di tutelare il diritto più importante di tutti, quello di veder riconosciuti i propri diritti; alcuni di questi quesiti infatti garantiscono una maggiore imparzialità e qualità nel giudizio. Gli altri quesiti invece garantiscono sia limiti agli abusi della custodia cautelare sia una maggior indipendenza della politica e degli amministratori dall’ingerenza ormai eccessiva della magistratura. Una magistratura che, pensiamo al caso del Parlamento, dipendendo esclusivamente dalla legge, non può trovarsi nella posizione di interferire tramite le indagini, nel processo di creazione della norma».

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