Senigallia

Reddito di libertà e difesa legittima sicura: a Senigallia si parla di violenza sulle donne e soluzioni

In consiglio regionale è partito l'iter per una proposta di legge che andrebbe a integrare le risorse nazionali per "liberare" le vittime prigioniere economiche

SENIGALLIA – Violenza di genere, si discute in Regione della proposta Pd relativa al reddito di libertà. È ufficialmente iniziato l’iter istituzionale su questa forma di sostegno economico alle donne vittime di violenza. Donne che, per motivi di dipendenza economica, non possono affrancarsi dai propri aguzzini, spesso i mariti o compagni conviventi. Dall’ultimo rapporto annuale sulla violenza di genere nelle Marche, presentato lo scorso novembre, è emerso che 663 sono le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel 2021, 180 in più rispetto al 2020, e che le violenze subite avvengono principalmente tra le mura domestiche, coinvolgendo anche i figli.

«Le istituzioni, e in particolare la Regione, hanno il dovere di intervenire in maniera incisiva sull’aspetto economico che rende le donne prigioniere di contesti domestici segnati da abusi e violenze – spiega il consigliere dem Cesetti. Molto spesso, infatti, le vittime, non disponendo di un adeguato reddito che potrebbe garantire loro indipendenza economica, per la paura di non riuscire a mantenere se stesse e i propri figli, rinunciano a denunciare i propri aguzzini e a liberarsi dai soprusi».Il Partito Democratico giudica inadeguata la cifra stanziata dal governo nazionale: «Oltre a non soddisfare neanche la platea delle donne che ne hanno diritto – spiega la consigliera Manuela Bora, cofirmataria della proposta di legge – le risorse nazionali disponibili sono pari a euro 400 euro mensili pro capite e fino a 12 mesi: una cifra ben al di sotto della soglia di povertà. Non è così che si aiuta le donne». Nella proposta di legge, la Regione Marche arriverebbe a stanziare altri 300 mila euro annui in aggiunta alle risorse nazionali.

E contro la violenza sulle donne è stato organizzato dal 16 al 18 giugno a Senigallia il 4° seminario nazionale di Difesa Legittima Sicura, promosso assieme all’Unione delle Terre della Marca Senone. Venerdì 16 giugno all’ex Hotel Ritz si terrà “Non è una norma per donne? La legittima difesa tra diritti negati e interpretazioni pregiudiziali”, un approfondimento giuridico (con evidenziazione degli aspetti anche psicologici) sulla difesa delle donne.

Accreditato dall’ordine degli avvocati, all’evento parteciperanno la prof. Loredana Garlati dell’Università Milano Bicocca (autrice del saggio “La legittima difesa delle donne”), il dott. Ruggiero Dicuonzo e la dott.ssa Serena Bizzarri (sostituti procuratori della Repubblica presso il Tribunale di Ancona), l’Avv. Roberto Paradisi (presidente DLS) e la dott.ssa Ilaia Lauria (psicologa Dls e istruttrice di arti marziali). Saluti e interventi dell’olimpionica di judo Rosalba Forciniti (testimonial DLS) e del maestro Enzo Failla, responsabile nazionale per la Fijlkam del sistema MGA (metodo globale di auto-difesa). Condurrà e modererà il dibattito il giornalista Luca Pagliari.

«Il focus di quesst’anno – ha spiegato il presidente di DLS Roberto Paradisi – parte certamente da una provocazione ma pone un tema molto sentito: al di là delle tesi di un “diritto penale di genere” che, personalmente non condivido, esiste realmente un problema di applicabilità dell’istituto della legittima difesa per i soggetti più vulnerabili. Mettere su uno stesso tavolo – ha poi precisato l’avv. Paradisi – studiosi, avvocati, magistrati e psicologici è un modo per aprire un dibattito nazionale e porre temi di riflessione al legislatore».

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