Senigallia

Razzismo e offese gratuite: cosa “la piazza” regala agli stranieri che in Italia fanno i parcheggiatori

Il tema degli abusivi nelle piazze e nei posteggi pubblici è sempre più centrale nelle politiche sociali, umanitarie e occupazionali con cui l'Italia deve fare i conti. Il punto con gli attivisti del movimento Potere al Popolo

Alcuni parcheggiatori con gli attivisti di "Potere al Popolo" a Senigallia
Alcuni parcheggiatori con gli attivisti di "Potere al Popolo" a Senigallia

SENIGALLIA – Insulti razzisti immotivati, offese gratuite di vario genere e altri comportamenti che nessuno si sognerebbe di fare a propri connazionali e che, invece, subiscono i parcheggiatori stranieri che riempiono le piazze di Senigallia. A sostenerlo sono gli attivisti del movimento Potere al Popolo – lista che si presenterà alle prossime elezioni del 4 marzo – scesi in piazza Simoncelli, pieno centro storico, per incontrarli e fare chiarezza sulla loro presenza come parcheggiatori non autorizzati, “abusivi”.

«Il nostro movimento parte dal basso e ha l’obiettivo principale di portare alla luce la voce delle persone più deboli e in difficoltà. Con questo spirito abbiamo intervistato alcuni parcheggiatori che operano nelle zone più trafficate della città. È stato bello vedere come la nostra volontà di capire le loro vicissitudini li abbia portati ad aprirsi con noi; in cambio abbiamo ricevuto sorrisi, abbracci, affetto».

Il fenomeno è visto da molte persone e da automobilisti di ogni fascia sociale di Senigallia così come dai turisti come fastidioso e preoccupante. Tante persone sono intimorite dalla presenza (e anche dal numero o dalla statura) di alcuni ragazzi, che spesso richiedono con insistenza qualche moneta per il parcheggio. «Al contrario di quello che alcuni pensano e cercano di promuovere – spiegano gli attivisti di Potere al Popolo – questi ragazzi non si sono mai permessi di trattarci male perché non avevamo soldi per pagare il parcheggio e anzi, ci hanno riferito che sono molti i passanti che rivolgono loro insulti razzisti immotivati, che li mandano a quel paese o che dicono loro di trovarsi un lavoro».

Il tema dell’occupazione è infatti delicato: i parcheggiatori sono spesso persone che hanno cercato senza trovare un impiego tradizionale e che quindi si riversano nelle piazze come ultima spiaggia anziché delinquere. Diversi hanno riferito di essersi presentati ai vari centri per l’impiego, finendo solo per essere relegati in un angolo ad aspettare il loro turno che non arriva mai. Trovarsi un lavoro diventa complicato, anche perché manca persino ai lavoratori italiani. Trovare ai parcheggiatori un impiego, si tradurrebbe di fatto – secondo molti cittadini – in uno sgambetto nei confronti di chi risiede o è nato in Italia.

«Molti, nel loro paese di provenienza, avevano imparato una professione – continua Potere al Popolo – e sono venuti qui in Italia con il sogno di poter lavorare e mantenere così le loro famiglie a distanza. C’è chi per esempio faceva l’elettricista, ma le condizioni di povertà hanno spinto i suoi genitori a investire i pochi soldi messi da parte per pagargli il volo per l’Italia. E invece si ritrovano ad essere insultati gratuitamente solo perché cercano di sopperire alla mancanza di un lavoro fisso adattandosi a fare quello che possono!».

Poi c’è anche il lato umano da non sottovalutare: c’è chi non vede più i propri figli o la propria moglie, chi i genitori, chi muore per arrivare in Italia, chi ha perso tutto per pagarsi il viaggio, «sperando di riuscire a garantire alla famiglia un’esistenza più dignitosa. Parlano delle loro famiglie con nostalgia e con orgoglio, fanno questa vita per poter mandar loro una misera somma ogni mese, pagando un prezzo molto alto, perché tutti sanno quando partono… ma mai quando tornano».

Tutti vogliono le stesse cose, un lavoro dignitoso, una casa, la possibilità di abbracciare i propri cari, ma nessuno ha la bacchetta magica per risolvere questo tema che sarà centrale nelle politiche dei prossimi anni, prima che le tensioni degenerino in guerre tra poveri. Italiani e stranieri, ma sempre poveri.

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