Senigallia

Conoscere la guerra per scegliere la pace: Raffaele Crocco a Senigallia

L'incontro con il direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo, si è svolto lo scorso mercoledì 23 gennaio nell'ambito delle iniziative promosse dalla Scuola di Pace “V. Buccelletti”

All’auditorium San Rocco di Senigallia l’appuntamento della Scuola di Pace con Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo
All’auditorium San Rocco di Senigallia l’appuntamento della Scuola di Pace con Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo

SENIGALLIA – Proseguono a ritmo serrato le iniziative promosse dalla Scuola di Pace “V. Buccelletti” nell’ambito del ciclo “r!soluzioni – contare i conflitti, raccontare la pace”. Dopo il primo incontro con la giornalista Fabiana Martini che si è svolto lo scorso 17 gennaio sulle parole che influenzano la percezione di ciò che ci circonda, si è tenuto mercoledì sera, 23 gennaio, all’auditorium San Rocco l’appuntamento con Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo (www.atlanteguerre.it).

Un evento per parlare senza mezzi termini di tutto ciò che non passa attraverso i media tradizionali, a partire dalle 34 guerre e dalle 17 situazioni di crisi (più altre situazioni al limite) che contraddistinguono le varie zone del pianeta e di cui spesso non sappiamo nulla. Forse nemmeno dove si trovano i paesi che le “ospitano”.

Crocco ha sottolineato che la conoscenza di ciò che è lontano da noi è importante per non perdere di vista quei principi umanitari che dovrebbero caratterizzare l’operato dell’uomo.
«Sono ben 64 milioni le persone in fuga dalle varie guerre in giro per il mondo – ha detto – e altri 250 milioni che invece cercano condizioni di vita migliori. Di quei 64 milioni, il 68% scappa in altre zone all’interno del proprio paese, mentre altri 21 milioni di sfollati cercano riparo temporaneo nei paesi limitrofi al proprio, sperando un giorno di potervi ritornare».

Crocco ha anche spiegato che le modalità di condurre le guerre sono cambiate a tal punto che i civili rappresentano il 90% delle vittime dei vari conflitti nel mondo, sono il bersaglio delle strategie belliche e terroristiche: «lo scopo non è più quello di sbaragliare l’esercito nemico, ma quello di terrorizzare la popolazione». E quindi si scappa, si cerca riparo in altre zone, si tentano pericolosissime traversate dei mari pur di fuggire da situazioni disperate.

E in tutto questo, può la nostra percezione del mondo cambiare l’atteggiamento dei leader che scelgono la strada militare, fosse anche rinominata “missione di pace”? Certo che si può, è l’accorato messaggio di pace che lancia Crocco, perché siamo noi cittadini che appoggiamo certe soluzioni, scelte, strategie con il nostro voto. Ma se non siamo a conoscenza di ciò che accade, come possiamo esercitare correttamente pressioni sui governi perché cessino le guerre? Se capiamo che solo 2,5 milioni di persone in tutto il mondo cercano asilo politico, se sappiamo che l’Italia spende 500mila euro al giorno per la presenza militare in alcuni paesi, se pensiamo che dietro ogni conteggio di vittime ci sono nomi, volti, vite esattamente come le nostre, allora possiamo iniziare a riflettere seriamente sulle conseguenze della guerra. «E la guerra non conviene a nessuno» ha concluso Crocco.

La serie di iniziative della Scuola di Pace “V. Buccelletti” proseguirà poi oggi, 25 gennaio, con la fiaccolata in memoria di Giulio Regeni, a tre anni dalla sua scomparsa; venerdì 8 febbraio con il responsabile per le politiche migratorie e la protezione internazionale di Caritas Italiana Oliviero Forti; il 22 marzo con la giornalista Nicole Corritore e la cooperante internazionale Silvia Maraone; poi sarà la volta dell’onorevole Laura Boldrini e della giornalista Milena Gabanelli.

Ti potrebbero interessare