Senigallia

Senigallia, proteste e dialogo “chiudono” il seminterrato insalubre del Trocadero

La manifestazione in piazza Roma prima e l'incontro con le istituzioni poi hanno portato alla risoluzione di una grave situazione al residence di Senigallia

Uno degli alloggi d'emergenza all'hotel Trocadero di Senigallia: il piano mezzanino si trova all'altezza delle auto e dei gas di scarico
Uno degli alloggi d'emergenza all'hotel Trocadero di Senigallia: il piano mezzanino si trova all'altezza delle auto e dei gas di scarico

SENIGALLIA – Verrà chiuso il mezzanino dell’hotel Trocadero di Senigallia, il piano seminterrato dove alcune persone e nuclei familiari in momentanea difficoltà economica vivono in condizioni insalubri. Questo è il risultato della manifestazione di denuncia organizzata lo scorso 25 giugno dagli attivisti dello spazio autogestito Arvultùra e delle Brigate Volontarie per l’Emergenza Senigallia assieme ad alcuni degli occupanti dei locali seminterrati.

Occupanti che, a seguito dell’intervento dei servizi sociali dell’unione dei comuni, erano accolti in garage, cantine e sottoscala adibiti a stanze per l’accoglienza delle persone e famiglie anche di tre o quattro persone in 25 metri quadri. Le finestre dei locali abitati si affacciano sulle fogne o sui tubi di scappamento delle auto causando cattivi odori e gas nocivi e non possono nemmeno venire aperte per non “invitare” topi, scarafaggi e insetti a entrare. Queste, assieme a diverse altre gravi situazioni dei bagni pieni di muffa, erano la condizione di “normalità” in almeno 5 casi, in cui vivono tuttora sia persone singole che nuclei familiari.

Condizioni abitative indegne per un essere umano, favorite dal mancato controllo dei servizi sociali comunali che avevano trovato solo soluzioni provvisorie ed emergenziali. In realtà erano situazioni in parte già note, aveva precisato l’assessore ai servizi sociali del Comune di Senigallia Carlo Girolametti il giorno dopo la manifestazione pubblica in piazza Roma. Dall’Arvultùra non avevano esitato a definire «catacombe» tali situazioni.

Le prime soluzioni erano arrivate al termine dell’incontro tra gli ospiti accolti nel residence di via Goldoni, l’assessore al welfare Carlo Girolametti e il dirigente dei servizi sociali Maurizio Mandolini: «un’interlocuzione proficua – scrivono gli attivisti senigalliesi – perché ha permesso in un tempo breve di arrivare a un consistente miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie in questione, ma soprattutto di portare entro settembre alla chiusura del cosiddetto “mezzanino” e cioè il piano sottoterra del Trocadero dove le persone che avevano perso la casa erano seppellite e spesso dimenticate. Il fatto di aver migliorato le condizioni di vita di alcuni nostri concittadini e di aver ottenuto che i soldi pubblici non vengano più spesi per arricchire un privato che spacciava delle cantine per delle abitazioni, è per noi un risultato importante che serve ad affermare che la casa è un diritto inalienabile e non una gentile concessione».

Dalla vicenda che si sta concludendo emergono però due dati: il primo è che a volte chi lamenta una ingiustizia viene lasciato solo, tanto da dover ricorrere alle manifestazioni pubbliche di protesta prima che si possa risolvere una criticità. «Per diverso tempo agli organismi preposti erano arrivate sollecitazioni, anche formali da parte delle stesse famiglie, che denunciavano la condizione, ma chi doveva non ha mosso un dito. Chi oggi ricorda di aver fatto pressione evidentemente dovrebbe riflettere sull’efficacia del suo operato». 

La manifestazione di protesta in piazza Roma a Senigallia
La manifestazione di protesta in piazza Roma a Senigallia

Il secondo dato è che, concludono dall’Arvultùra, «anche nella nostra realtà di provincia ovattata e sonnolenta, si stanno acuendo situazioni già difficili, che la crisi sociale ed economica conseguente alla pandemia in atto ha ulteriormente drammatizzato. Su questo versante continueremo il nostro impegno già evidenziato dalle attività solidali di questi mesi, attività che come ha esplicitato la recente mobilitazione sotto il Comune dovranno, all’occorrenza, tramutarsi in conflitto e iniziative dal basso».

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