Senigallia

Progetti fiume Misa con più rischi che benefici: il Pd fa suoi i dubbi degli esperti

Bomprezzi rincara la dose: «Ci è stato tolto mezzo milione di euro senza che la nostra amministrazione proferisse parola». Romano: «Decide tutto la Regione, Comune politicamente commissariato»

Il centro storico della città di Senigallia visto dal porto
Il centro storico della città di Senigallia visto dal porto

SENIGALLIA – I progetti di mitigazione del rischio idraulico a valle del fiume Misa non aiuterebbero in tal senso ma, anzi, contribuirebbero a aumentare i pericoli e le criticità per la città. A sostenere questa tesi sono stati alcuni esperti convocati per parlare nella commissione tenutasi nei giorni scorsi, a distanza di ben otto mesi dalla richiesta dei consiglieri del Partito Democratico Chantal Bomprezzi e Dario Romano. Ma non sarebbe il solo dato degno di nota: anche la questione dei finanziamenti “spostati” dal Misa all’Esino sono finiti al centro del dibattito politico, così come il tema del rifacimento di ponte Garibaldi, altro nodo per la sicurezza di Senigallia.

Durante la commissione di approfondimento sui lavori da fare sul fiume Misa sono intervenuti il presidente della Gestiport Mauro Rognoli e Marcello Principi, già dirigente alla difesa del suolo e segretario generale dell’Autorità di bacino della Regione Marche. Due personalità che, ognuna nel proprio campo, hanno espresso più d’una perplessità sui progetti di mitigazione del rischio previsti. In particolare è stato sottolineato che varie criticità deriverebbero dal prolungamento di 100 metri del molo di levante, come il progressivo accumulo di sedimenti, e dal canale scolmatore alla darsena, tra cui l’insabbiamento della stessa, l’accumulo di detriti e i rischi di tracimazione. Da parte del 70enne Rognoli, da marzo 2021 alla guida della società che gestisce il porto turistico di Senigallia e i servizi portuali e da parte del 68enne ex dirigente regionale è stato quindi consigliato di intervenire a monte e non a valle, dove si creerebbero più svantaggi che benefici, sia per le attività e le imbarcazioni della pesca senigalliese, sia per la città stessa.

Altro «dato preoccupante – evidenzia la consigliera Dem Chantal Bomprezzi – è che, dato che il progetto di prolungamento del molo di levante è fermo, ci è stato letteralmente tolto circa mezzo milione di euro previsto per Senigallia dai fondi europei, e dirottato sul fiume Esino senza che la nostra amministrazione proferisse parola. Il bilancio di questa Commissione è stato dunque che: sembra che si stiano portando avanti con priorità opere potenzialmente inutili e dannose per la città; ci sono state tolte, dalla Regione, risorse importanti a favore di altri territori. Il tutto nel silenzio e nell’inerzia del Sindaco e della Giunta che di fronte a un tema così delicato per i cittadini senigalliesi sembrano subire i processi piuttosto che governarli. A domanda specifica del consigliere Romano su quale fosse la posizione dell’amministrazione comunale in merito, alla presenza di ben due assessori, la risposta è stata il silenzio dei medesimi che a un certo punto si sono anche assentati dall’aula».

L’unica nota positiva sarebbe l’avvio a febbraio 2022 dei lavori per la realizzazione a Brugnetto delle famose vasche di espansione, già finanziate dalla Regione e di cui si parla da decenni. I lavori dovrebbero durare circa 2 anni.

Il ponte Garibaldi a Senigallia
Il ponte Garibaldi a Senigallia

Critico anche Dario Romano. Il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale evidenzia i nodi venuti al pettine dopo mesi di campagna elettorale, tra cui anche la questione del rifacimento di ponte Garibaldi. Secondo gli esperti intervenuti in commissione, potrebbe «essere demolito e ricostruito interamente con fondi regionali». Quindi gli oneri di urbanizzazione derivanti dal project financing dello stadio Bianchelli potrebbero essere utilizzati non per il nuovo ponte, come ipotizzato dal sindaco stesso, ma per costruire la nuova palestra come inizialmente previsto dalla giunta Mangialardi. Due opere pubbliche anziché una. «Si vada in Regione e si battano i pugni sui tavoli – chiede Romano – come quando il sindaco era il presidente del Comitato a difesa dell’ospedale». 

Lo stesso capogruppo, critico anche sui circa 500.000 Euro dirottati dal fiume Misa al fiume Esino, accusa la maggioranza di essere rimasta in silenzio su un importante tema come questo ma di essere stata solerte invece «nel fare i conti del ragioniere aumentando le tariffe a quasi tutte le società sportive e nello scrivere una lettera alla Regione per farsi autorizzare le luminarie fluviali».

Tirando le somme, gli esponenti del Partito Democratico ipotizzano che di fatto il Comune di Senigallia sia «politicamente commissariato», tanto da aver affidato – volenti o nolenti – i più importanti nodi cittadini alla Regione: fiume Misa, fondazione Città di Senigallia, turismo, Summer Jamboree, sanità. «Decide tutto la Regione, il Comune potrebbe anche non esserci, tanto non risponderebbero, come avvenuto in commissione. Avere una opinione che sia diversa da “è colpa di chi c’era prima”, ogni tanto, non guasterebbe» conclude ironicamente Romano.

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