Senigallia

«Prescrizione non è assoluzione»: Fratelli d’Italia passa al contrattacco sulla vicenda processuale della piscina Saline

«Hanno legittimamente preferito uscire dalle aule giudiziarie per godersi i benefici di un sistema giudiziario, le cui lacune sono sotto gli occhi di tutti»

La piscina Saline a Senigallia
La piscina Saline a Senigallia

SENIGALLIA – Prescrizione non è assoluzione per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussite. Questo il succo del discorso del coordinamento comunale di Fratelli d’Italia che interviene sulla vicenda della piscina Saline cercando di fare chiarezza sull’esito del procedimento penale da cui sono appena usciti l’ex sindaco Maurizio Mangialardi, l’ex vicesindaco Maurizio Memè e l’ex assessora alla cultura Simonetta Bucari.

La vicenda è quella della gestione dell’impianto natatorio comunale alle Saline che, un anno e qualche mese dopo l’alluvione del maggio 2014, venne affidata direttamente alla Uisp locale nel luglio 2015 senza passare per gara pubblica come le normative avrebbero richiesto. La motivazione sostenuta dall’allora giunta è stata quella della necessità di non fermare un servizio sportivo pubblico alla città ancora presa dal risistemarsi dopo la prima, grave esondazione del fiume Misa.

Fratelli d’Italia ribadisce il fatto che, al di là della «glorificazione di Mangialardi e di alcuni suoi membri della vecchia Giunta» con «dichiarazioni di autocelebrazione ed una pioggia di like sui social media dei loro sostenitori», il processo penale per costoro si è concluso per prescrizione, come Mangialardi stesso ed altri ammettono. «La prescrizione di un reato però non può essere trasformata in un’assoluzione per non avere commesso il fatto o perché il fatto non sussiste! La prescrizione è la dichiarazione di fallimento di un sistema giudiziario che non riesce a pronunciarsi in 7 anni e mezzo su un fatto che la Procura della Repubblica ritiene avere rilevanza penale. Fallimento per le parti offese ed anche per gli imputati».

Ma quella che oggi è la maggioranza consiliare, oltre a spiegare che i tre imputati avrebbero potuto rinunciare alla prescrizione e far acclarare da un Giudice la loro estraneità ai fatti, ma «hanno legittimamente preferito uscire dalle aule giudiziarie per godersi i benefici di un sistema giudiziario, le cui lacune sono sotto gli occhi di tutti». Insomma non ci stanno a far passare gli ex amministratori per vittime, richiamando anche la vicenda della stessa alluvione in cui lo stesso ex sindaco è imputato a L’Aquila per il solo capo d’accusa dell’inondazione colposa, mentre gli altri reati sono caduti in prescrizione.

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