Senigallia

Alla chiesa di Ripe, a Trecastelli, i funerali di Luigi Micci

Alla parrocchia di san Pellegrino l'ultimo saluto al politico, ex sindaco e consigliere regionale scomparso a 88 anni. Fu anche presidente Confcooperative Marche

Luigi Micci
Luigi Micci

TRECASTELLI – Si svolgeranno martedì 14 novembre, nella chiesa parrocchiale di san Pellegrino a Ripe di Trecastelli, i funerali di Luigi Micci. Il politico, che ha ricoperto a cavallo degli anni ‘60 e ‘70 il ruolo di sindaco, è scomparso all’età di 88 anni nella sua abitazione, circondata dall’affetto dei suoi cari.

E’ stata una personalità di spicco a livello locale ma non solo: sindaco dell’allora Comune di Ripe dal 1964 al 1975, è stato funzionario Inail a Senigallia per oltre 20 anni fino al 1986 e ha ricoperto l’incarico di vicepresidente delle Confcooperative Italiane, per poi venire eletto consigliere regionale dal 1990 al 1995.

Luigi Micci lascia la moglie Antonia, i figli Daniela, Davide e Pietro, oltre ai tanti amici e colleghi che l’hanno affiancato nella sua carriera politica e professionale. Proprio da Confcooperative Marche, di cui è stato presidente quasi sin dalla costituzione negli anni ’70, lo ricordano come un uomo che diede slancio alla creazione delle cooperative «che rappresentavano un moderno modello di impresa per la partecipazione della gente e per la tutela dei ceti più deboli. La cooperazione di quei tempi rese protagonisti della vita sociale e politica i contadini, con le cooperative agricole, gli operai con le cooperative di produzione e lavoro, gli impiegati con le cooperative edilizie, gli uomini di cultura con le cooperative culturali e i disabili e gli anziani con le cooperative sociali, i pescatori, il commercio e soprattutto i giovani che alla fine degli anni ’70 conobbero un periodo molto difficile per l’occupazione».

Affettuoso poi il ricordo del presidente di Confcooperative Marche, Massimo Stronati, al tempo giovane cooperatore: «La sua capacità dialogica e la sua empatia erano doti che gli permettevano di essere in mezzo alla gente, gettando le basi che hanno permesso a questo modello di impresa di radicarsi nella regione».

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