Senigallia

Pasqua, crescono le prenotazioni nelle Marche ma rimangono le preoccupazioni per il futuro

Cantori, Cna: «Tutto esaurito in più locali e zone ma rimangono i problemi durante tutto il resto dell’anno». Cicconi Massi, Confartigianato: «Minor ottimismo rispetto a quanto si auspicava con la fine delle restrizioni per il covid»

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La tavola di un ristorante. Foto: Pixabay.com

SENIGALLIA – Stenta a decollare il turismo nelle Marche. Nonostante il periodo pasquale offra comunque dei segnali di ottimismo – varie strutture ricettive e ristorative sono già piene – il settore non sta vivendo un momento di forte rilancio e ciò si riflette anche sulla ristorazione. Veniamo da due anni di pandemia e quando si pensava alla cessazione dello stato di emergenza, allo stop alle mascherine e alla ripresa delle attività ci si son messe le tensioni internazionali a interrompere questo percorso di ritorno alla normalità.

A parlare così è Giacomo Cicconi Massi, responsabile interprovinciale Confartigianato per il settore turismo. «Oggi il tema è ovviamente legato non più alla pandemia, che possiamo in qualche modo considerare alle spalle, ma alla guerra, ai costi energetici, ai rincari delle materie prime. Un quadro generalizzato di minor ottimismo rispetto a quanto si auspicava con la fine delle restrizioni legate al covid». Sia per quanto riguarda i trasporti, sia le materie prime ci sono stati importanti rialzi, ai quali gli operatori si sono dovuti in parte adeguare; per cui, nei fatti, «le spese essenziali vengono eliminate, sospese o quanto meno ridotte: se pensavo di fare un viaggio – spiega Cicconi Massi – mi vedo costretto a rimandarlo ancora o a ridurre i giorni di permanenza, mentre per i ristoranti si nota un minor flusso di clienti, concentrato soprattutto nei weekend».

«Sicuramente – afferma ancora il referente Confartigianato – ci sarà più movimento rispetto all’aprile scorso: nonostante i maggiori vincoli c’erano state circa 200.000 presenze nelle Marche. Ora grazie alle minori limitazioni sul green pass, solo per fare un esempio, si stima che sono circa 12 milioni gli italiani che si sono messi in viaggio per la pasqua, uno su cinque, ma si tratta per lo più di persone che hanno le seconde case in zone turistiche, di piccoli viaggi per il ponte oppure spostamenti all’interno della regione o della stessa provincia». 

Qualcosa si muove, qualche turista sta arrivando, qualche prenotazione c’è. Lo conferma anche Andrea Cantori, responsabile Cna Agroalimentare per l’area vasta di Ancona. «Il problema non è tanto la Pasqua ma gli altri momenti dell’anno: finora c’è stato un forte rallentamento, vuoi per la pandemia, vuoi per le difficoltà economiche. Il contesto internazionale con i rialzi sulle materie e sui costi sta incidendo notevolmente sui già ridotti margini delle imprese. Una realtà dura che dovrà fare i conti anche con la ripartenza dei pagamenti o dei mutui sospesi per la pandemia».

Di conseguenza non c’è buonumore tra gli imprenditori ma una forte preoccupazione e non si vedono all’orizzonte politiche di buon auspicio. Secondo Cicconi Massi, il quadro economico e geopolitico preoccupano parecchio il mondo imprenditoriale che non riesce più a essere soddisfatto di un semplice pranzo pasquale: guardando al futuro, rimangono i timori di nuovi rialzi e questo genera sfiducia bloccando prenotazioni e viaggi. «Nei prossimi mesi potrebbero esserci altri problemi legati all’energia, il che potrebbe portare anche alla chiusura di alcune imprese o comunque a forti difficoltà. Insomma la stagione turistica 2022 non si apre nel migliore dei modi e l’obiettivo diventa cercare di aumentare i numeri e le presenze dello scorso anno». Dai primi dati del centro studi di Confartigianato sembra un obiettivo alla portata: si registra un momentaneo +40% di prenotazioni rispetto al 2021 ma un -35% rispetto al 2019. Ancora lontani dunque dal quell’auspicato ritorno alla normalità.

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