Senigallia

Senigallia, pane gratis a chi è in difficoltà. La solidarietà ai tempi del Coronavirus

L'emergenza sanitaria ed economica sta mettendo in crisi tante famiglie. Devis Starnadori, panettiere ed ex alluvionato senigalliese, ricambia il favore: «Sono stato aiutato nel 2014, oggi aiuto io»

Devis Starnadori
Devis Starnadori

SENIGALLIA – Ha 51 anni, da 32 fa il fornaio, è stato aiutato a rialzarsi quando l’alluvione del 2014 aveva gravemente danneggiato la sua attività in via Mercantini, a Senigallia. Ora, in piena emergenza sanitaria ed economica causata dal Coronavirus, con molte persone letteralmente ridotte alla fame, ha deciso di ricambiare il favore mettendo a disposizione gratuitamente il pane per aiutare chi è in difficoltà.
A fare questa scelta è Devis Starnadori, panettiere e titolare dell’omonimo panificio di Senigallia, zona piano regolatore 1933. Un’attività storica, aperta fin dagli anni ’60, in cui oggi una parte dei clienti viene per usufruire della sua generosità.

«L’idea è nata da uno spunto mentre parlavo con i miei collaboratori e mia sorella – dice Starnadori -. In questo periodo siamo aperti solo la mattina e tanti prodotti avanzano. Potevamo scegliere di produrre meno pane oppure di regalarlo a chi sta vivendo un momento di difficoltà legato alla mancanza di lavoro o di contributi. E così abbiamo fatto».

Ogni giorno Devis posiziona un tavolo fuori della propria attività, sotto una tenda, con un cestino in cui mette il pane. «Ne lascio almeno una dozzina di pezzi, dopo le 13 orario di chiusura, pensando a chi ha difficoltà nel comprarsi il cibo. Tra i miei parenti c’è anche chi vive con una pensione di appena 500 euro, troppo poco per poter vivere dignitosamente».
Oltre ai pensionati, ci sono tanti disoccupati in giro e imprenditori che non possono ancora riaprire la propria attività. «Pensando a loro, abbiamo deciso di regalare il nostro lavoro, i nostri prodotti». Poi, quando torna al lavoro alle 2 di notte, il cestino è sempre vuoto. «Non controllo chi lo prende, spero solo che ne usufruisca la gente che davvero non può farne a meno».

Se l’idea è nata guardando alla situazione attuale, lo stimolo giusto è arrivato invece da un precedente evento, drammatico per metà Senigallia: l’alluvione del maggio 2014. «Io sono stato uno dei tanti alluvionati. Sono rimasto chiuso per 20 giorni, ho buttato via di tutto, come tante persone e imprenditori della zona. Qua fuori c’erano montagne di rifiuti, anche macchinari costosi, completamente immersi nel fango. Mi son risollevato grazie ai fornitori che mi hanno agevolato nei pagamenti, alcuni persino concedendomi gratuitamente la merce per ripartire, e ai clienti che son tornati. Se io ho ricevuto aiuti, perché stavolta non aiutare? Nel mio piccolo spero di fare qualcosa di utile: molti clienti son contenti di ciò che faccio, qualche volta arriva un “grazie” e questo mi ripaga».

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