Senigallia

Secondo incontro a Ostra per uscire dall’unione dei Comuni, interviene il vicepresidente Anci

Al dibattito è stata portata anche l'esperienza della sindaca di Montelabbate, ora fuori dall'ente del Pian del Bruscolo (Pesaro)

L'incontro a Ostra Vetere per il "no" all'unione dei Comuni
L'incontro a Ostra Vetere per il "no" all'unione dei Comuni

OSTRA VETERE – L’opposizione all’unione dei comuni “Le terre della marca sènone” si fa più viva. Nel borgo della valle del Misa si è infatti tenuto il secondo momento pubblico promosso dal comitato UnionExit per spiegare i motivi del “no” all’ente sovracomunale appena costituitosi.

Durante l’incontro di Ostra Vetere, organizzato anche dai vari gruppi consiliari di opposizione dei comuni di Senigallia e delle valli Misa e Nevola, è intervenuta la sindaca di Montelabbate, Cinzia Ferri, che proprio un anno fa ha deciso di uscire dall’Unione di Pian del Bruscolo (Pesaro) per i costi insostenibili.

«L’Unione era diventata un costo enorme per il nostro Comune – ha detto Ferri – che, pagando una quota di adesione di oltre 500.000 euro all’anno, non riceveva alcun vantaggio e alcun miglioramento dei servizi comunali; l’Unione serviva solo a Pesaro e al suo sindaco per affermare il suo sistema di potere e quello del PD nel territorio. Oggi, Montelabbate, uscendo dall’Unione, non solo ha migliorato i propri servizi, a cominciare da quelli scolastici, ma ha avuto ulteriori risorse a disposizione da investire nel proprio territorio, senza dover rendere conto a nessuno, tanto meno a chi, come Pesaro, non importava nulla della nostra realtà comunale».

Un esempio che – secondo i gruppi di opposizione di tutta la vallata – rappresenta bene la situazione di tanti piccoli enti comunali ingurgitati nell’unione dei comuni “Le terre della marca sènone”. Una «scatola vuota – come l’ha definita il consigliere di Ostra Vetere Massimo Bello – nata per volontà e imposizione del PD e del sindaco Mangialardi di Senigallia, che hanno costretto e obbligato altrettanti sindaci del PD dei Comuni di Serra de’ Conti, Arcevia, Barbara, Ostra, Ostra Vetere e Trecastelli ad aderire ad un carozzone partitico e burocratico che, a distanza di un anno dalla sua costituzione, non ha prodotto alcun vantaggio per nessuno e mai ne produrrà».

L'incontro a Ostra Vetere per il "no" all'unione dei Comuni
L’incontro a Ostra Vetere per il “no” all’unione dei Comuni

Anche il vicepresidente nazionale dell’ANCI e sindaco di Pergola, Francesco Baldelli, ha ribadito la sua contrarietà alle Unioni «perché sono la risposta sbagliata all’esigenza di miglioramento dei servizi comunali, che possono essere gestiti attraverso lo strumento delle convenzioni, nel pieno rispetto delle autonomie locali e nel rispetto di ogni singolo ‘campanile’, il segno di libertà di ogni municipalità». Baldelli ha poi snocciolato un dato, quello per cui in relazione al debito pubblico nazionale, stimato in oltre i 2.200 miliardi di euro, il costo delle macchine comunali (il cui 70% è rappresentato dai piccoli comuni) incide per circa lo 0,9%, mentre il resto, oltre il 99% del debito, è prodotto da ministeri, regioni e grandi aree metropolitane.

All’iniziativa UnionEXIT ha infine aderito anche l’altro gruppo di opposizione di Ostra Vetere, Agorà. «Più che di un progetto a vantaggio della collettività – ha spiegato Giordano Rotatori – ci è sembrata solo un’operazione di marketing. L’unica cosa ormai certa è che si sta facendo una sorta di fusione a freddo di sette comuni con l’unico obiettivo di ipotecare politicamente ed economicamente un territorio che diventerà una specie di bancomat al servizio dei politici e dei burocrati di turno. Per questo quindi anche il Movimento Civico Agorà sostiene le iniziative sul territorio che rimettono in discussione l’Unione delle Terre della Marca Senone».

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