Senigallia

Ostetrica col morbillo, l’attacco del Sif

La donna è assente dal lavoro all'ospedale di Senigallia dal 25 febbraio. L'Asur ha avviato il programma di prevenzione. Sei gli operatori inizialmente sospesi, due sono tornati al lavoro perché risultati immuni

ospedale senigallia
Ospedale Senigallia

SENIGALLIA – L’operatrice sanitaria in servizio nel reparto di ginecologia ed ostetricia dell’ospedale di Senigallia è assente dal lavoro dal 20 agosto. Cinque giorni dopo, la diagnosi: morbillo. L’Asur ha avviato le procedure di prevenzione attraverso le quali sono state rintracciate ed avvisate tutte le persone che sono entrate in contatto con l’ostetrica nel periodo d’incubazione della malattia. Tra questi anche alcuni operatori sanitari, sottoposti ad esami. Monitorati invece i neonati e le neomamme, ma anche le pazienti a cui è stato fornito un numero di telefono da utilizzare in caso di dubbi. La Società Italiana di Farmacologia (SIF) prende posizione sul preoccupante caso che interessa un’ostetrica, rivelatasi affetta da morbillo e non vaccinata.

«Il caso – scrive il Presidente SIF, Prof. Giorgio Cantelli Forti – Richiama un grave e irresponsabile comportamento da parte di una fascia di operatori sanitari che, opponendosi alle vaccinazioni, creano tre critiche situazioni: rischio per la propria salute, rischio di diventare “untori” nei confronti dei propri pazienti e colleghi, oltre a essere un esempio negativo a favore dell’insensata campagna anti-vaccinale in atto. Questa campagna ha trovato spazio certamente per mancanza di cultura e informazione, ma anche a causa dell’operato di opinionisti e sedicenti esperti che sull’ideologia No-vax hanno tentato e tentano di speculare non poco ai fini economici e politici. Le vecchie e le nuove epidemie, dalla peste all’ebola, non sono più sotto gli occhi della gente, nella loro drammaticità, grazie alla prevenzione attuata dai sistemi sanitari occidentali, in gran parte tramite i vaccini. In seguito al debellamento di un grande numero di malattie infettive molte persone, prive di informazioni medico-scientifiche, hanno dimenticato che tale risultato era stato ottenuto grazie alle campagne di vaccinazione. Molte di queste persone sono state portate a ritenere le epidemie una volta per tutte superate, dunque anche a ritenere la vaccinazione un mezzo ormai inutile e fastidioso, semmai utile soltanto ad arricchire il mondo farmaceutico. E se il passato ritornasse e con esse le epidemie, a causa della diffusa sfiducia nei confronti delle vaccinazioni? Non sarà sfuggito l’atteggiamento emotivo e compulsivo della popolazione di fronte ai recenti casi di meningite, peraltro non eccedenti rispetto alla normale frequenza annuale. Il mondo sanitario ha e deve avere un comportamento etico: casi come quello della ostetricia di Senigallia fanno tornare dubbi sulla qualità dei processi di formazione e sulla serietà del reclutamento del personale».

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