Senigallia

Sei gli ospiti del Covid hotel a Senigallia: primi tamponi

Sono presso una struttura alberghiera del lungomare i pazienti positivi al Coronavirus, dimessi dall'ospedale ma che necessitano ancora dell'isolamento e che a casa rappresenterebbero un rischio per i familiari. A pieno regime si potrà arrivare a 40 persone

Il sopralluogo nel primo covid-hotel delle Marche, a Senigallia
Il sopralluogo nel primo covid-hotel delle Marche, a Senigallia

SENIGALLIA – Sono sei le persone accolte attualmente al Covid hotel sul lungomare di Senigallia. Così è stato infatti rinominato l’albergo in cui, dalla settimana scorsa, sono ospitati i positivi al Coronavirus che necessitano dell’isolamento dopo le dimissioni dall’ospedale. Si tratta di persone che hanno superato, grazie alle cure ospedaliere, la fase critica della malattia ma che non possono tornare a casa o perché sono presenti persone fragili o perché non vi sono spazi adeguati.

Nella struttura allestita a Senigallia dalla Caritas e dal comitato “Un aiuto per l’ospedale di Senigallia”, con la collaborazione di varie realtà e in convenzione con l’Asur Marche – Area vasta 2, sono ospitati al 22 aprile cinque adulti del territorio comunale senigalliese e dei comuni dell’entroterra, tra cui un medico, e uno proveniente da fuori provincia; altre quattro richieste sono in fase di valutazione, mentre stanno arrivando domande da parte di persone che devono rimpatriare e che devono obbligatoriamente osservare un periodo di quarantena.
A pieno regime si potrà arrivare a ospitare 40 persone.

Ieri intanto c’è stato il primo tampone per alcuni degli ospiti: se il risultato sarà negativo, verrà effettuato un secondo test: se anche quest’ultimo dovesse risultare negativo, la persona sarebbe libera di tornare a casa senza il timore di infettare nessuno perché guarita definitivamente. Ciò non significa che non dovrà stare attenta: non sarà immune per cui c’è sempre il rischio di ammalarsi nuovamente, nonostante i numeri in calo dei contagi anche nel territorio regionale diano molta fiducia sulla fase conclusiva dell’emergenza.
La struttura rimarrà aperta fino al 30 maggio, con possibilità di prorogare l’ospitalità delle persone positive al Coronavirus per un altro mese in base alle esigenze e all’andamento epidemiologico.

Particolare soddisfazione è stata espressa dal direttore della Caritas senigalliese Giovanni Bomprezzi, il quale ha affermato che si tratta di «una bellissima risposta sociale, che può contribuire certamente a stroncare il più velocemente possibile la diffusione del Coronavirus». La struttura risponde infatti al principale scopo che è quello di isolare le persone dimesse dall’ospedale in modo da alleggerire la pressione del nosocomio cittadino e degli altri poli ospedalieri marchigiani, da tempo sotto stress. «Sono persone che senza il Covid hotel andrebbero a casa, rischiando di infettare i propri familiari, magari l’intero condominio: qui hanno gratuitamente a disposizione tutti i servizi, una camera e un bagno privato e assolutamente non hanno contatti con l’esterno se non tramite la tecnologia e la connettività via wifi». Pasti e cambi vengono infatti lasciati fuori dalla porta dai volontari, mentre i residui vengono distrutti.

Ma c’è anche un aspetto psicologico dietro non di poco conto: stando nel Covid hotel c’è la sicurezza di un protocollo approvato dall’Asur e un modello gestionale suggerito da Medici senza frontiere che lascia gli utenti senza pensieri. Grazie alle donazioni raccolte dal comitato “Un aiuto per l’ospedale di Senigallia” è stato possibile fare un investimento di decine di migliaia di euro al mese per l’affitto della struttura, per i servizi igienici, per il vitto, per il personale che vi opera. «Alla fine dell’emergenza che speriamo termini presto – conclude Bomprezzi – la sanificazione dell’intera struttura permetterà di tornare a ospitare i turisti senza alcuna ripercussione sulla sicurezza e sull’igiene dell’albergo». Sperando sempre che parta la stagione turistica.

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