Senigallia

Operatori balneari, futuro di nuovo incerto. Cresce la preoccupazione a Senigallia

La messa in mora dell’Italia, che potrebbe non solo ricevere una sanzione pecuniaria dall’Ue ma far finire all’asta le concessioni, fa temere per il proprio futuro gli addetti della spiaggia di velluto

Turismo balneare: la spiaggia e il mare di Senigallia presi d'assalto d'estate
Turismo balneare: la spiaggia e il mare di Senigallia

SENIGALLIA – Dopo la notizia della messa in mora dell’Italia da parte della commissione europea, c’è preoccupazione tra gli operatori balneari. Dai responsabili senigalliesi dell’associazione di categoria Oasi Confartigianato arriva l’appello al governo a evitare ogni passo falso che possa gettare nell’incertezza un intero comparto che a Senigallia conta centinaia di concessioni e addetti. Tante famiglie insomma che rischiano il posto di lavoro.

«Siamo in un momento di grave crisi economica e la preoccupazione forte è che da economica la crisi diventi sociale ci racconta Giacomo Cicconi Massi, responsabile di Oasi Confartigianato Senigallia. L’intervento della commissione Ue sulla materia del rinnovo delle concessioni demaniali marittime ha nuovamente gettato la categoria in uno stato di allerta e la palla è passata al Governo da cui ci si aspetta una forte presa di posizione in merito alla questione».

Presa di posizione non solo per evitare sanzioni pecuniarie, ma soprattutto perché non finiscano all’asta – a carattere internazionale – le concessioni balneari, nonostante la legge italiana proroghi fino al 2033 la situazione de facto. Per gli operatori il rischio che grossi fondi di investimento che nulla hanno a che vedere con il carattere familiare della conduzione delle attività a Senigallia, possano partecipare e fare un po’ “l’asso pigliatutto”.

Sul tema anche il presidente degli operatori balneari Oasi Senigallia, Paolo Pierpaoli, egli stesso titolare di una concessione sul lungomare Mameli ha voluto spiegare che «il settore è composto da diversa migliaia di imprese che nel tempo hanno investito e realizzato strutture che, grazie alla qualità dei progetti, hanno costituito un mezzo per la crescita di tutto il comparto turistico. Il turismo balneare ha salvato la nostra città e non possiamo distruggerlo».

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