Senigallia

Oncologia di Senigallia, Volpini lancia l’allarme: «Personale ridotto all’osso» (VIDEO)

Da qualche mese sono rimasti in servizio solo 2 medici che fanno fatica a fronteggiare il carico di lavoro. Il presidente della Commissione Sanità regionale ha chiesto un intervento al presidente regionale Ceriscioli

Uno degli edifici dell'ospedale di Senigallia
Uno degli edifici dell'ospedale di Senigallia

ANCONA – Preoccupazione per la carenza di medici nell’oncologia dell’Ospedale di Senigallia. A lanciare l’allarme è il presidente della IV Commissione Sanità regionale Fabrizio Volpini che nel corso della seduta odierna (11 giugno) del consiglio regionale ha chiesto l’intervento urgente del presidente della Regione ed assessore alla Sanità Luca Ceriscioli. In poco tempo, spiega Volpini, si è creata una situazione «gravissima» e dei 5 medici che lavoravano nel servizio oncologia ne sono rimasti solamente 2.

Un servizio che raccoglie non solo i malati oncologici della Valle del Misa, ma anche quelli della Valle del Cesano, e oltre ad effettuare diagnosi, terapie e follow-up (controlli a distanza) è tenuto anche alla presa in carico dei pazienti (come previsto dalla delibera 808 sulle liste di attesa), per cui gli oncologi da oltre un anno e mezzo devono anche provvedere alla prenotazione degli esami per i loro pazienti, con una mole di lavoro ancora più consistente.

Alla base della condizione critica dell’oncologia «una serie di defezioni da parte dei medici per ragioni in particolare di malattia ha ridotto all’osso il personale» osserva Volpini. Oltre alle malattie uno di questi medici è stato trasferito in seguito alla partenza in Area Vasta 2 del progetto di cure palliative.

Una situazione molto delicata dal momento che il servizio di oncologia è molto importante per il territorio sia perché «i malati oncologici sono in aumento e richiedono una presa in carico e controlli periodici di follow-up. Un carico di lavoro enorme al quale i due oncologi rimasti riescono a far fronte con fatica». Volpini ha annunciato il suo impegno per risolvere la situazione e per evitare il rischio di un esodo dal territorio di Senigallia verso altri ospedali. Un fatto da evitare spiega, perché «la gestione del paziente oncologico deve essere sempre più di prossimità, vicina al cittadino. «Dobbiamo garantire le cure di prossimità per questi pazienti, occorre che l’organico sia riportato nelle condizioni giuste».

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