Senigallia

Nutriscore, Petrini (Cna Agroalimentare): «Danno per i fatturati delle aziende italiane e le nostre eccellenze»

A Senigallia il convegno “Cna Nutriscore vs Nutrinform Battery” all’istituto Panzini. La presidente: «Se verrà adottato ripercussioni sui fatturati e sull’export»

I prodotti e il Nutriscore

SENIGALLIA – Nutriscore, le aziende agroalimentari e la dieta italiana rischiano di perdere milioni e milioni di euro di fatturato. Si tratta di un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia pensato per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare in base a 5 gradazioni di colore e un’indicazione alfabetica. E’ stato stato criticato da nutrizionisti per aver dato dei voti alti ai cibi ultra processati. Mentre finiscono all’indice i grassi sani come l’olio d’oliva.

Di tutto questo si parlerà il 20 ottobre alle 11,30 nel convegno “CNA Nutriscore vs Nutrinform Battery” all’istituto Panzini di Senigallia.

Obiettivo del convegno è quello di presentare agli allievi degli istituti alberghieri e alle imprese del settore agroalimentare la proposta italiana, analizzare i vantaggi e i principali aspetti del marchio nutrizionale NutriInform Battery e le differenze con il Nutriscore. Il Battery consente invece di fare scelte consapevoli e di individuare un metodo per informare i consumatori in modo rapido e immediato sulle caratteristiche nutrizionali dell’alimento. Interverranno Giacomo Vigna del MISE, Giuseppe Plutino del ministero della Salute, il ricercatore Andrea Ghiselli e il direttore della fondazione Qualivita, Mario Rosati.

Il convegno sarà concluso dalla presidente nazionale Cna Agroalimentare Francesca Petrini. Modererà l’incontro Gabriele Rotini, Responsabile nazionale Cna Agroalimentare.

Proprio Petrini sottolinea alcuni punti chiave legati al Nutriscore. «Un tema caldo perché la commissione europea doveva già pronunciarsi sulla scelta del Nutriscore o del Nutrinform Battery entro l’anno. Tutto è stato rimandato al primo trimestre 2023. L’adozione di un modello piuttosto che un altro ha delle differenze enormi in termini di penalizzazioni e vantaggi. Basti pensare che bevande gassate senza zucchero hanno pareri positivi mentre l’olio d’oliva è penalizzato perchè è grasso. Troviamo che tutto questo sistema sia discriminatorio».

Francesca Petrini, presidente nazionale Cna Agroalimentare, titolare dell’azienda olivicola biologica di Monte San Vito

Petrini sottolinea l’importanza di «difendere il modello italiano, la nostra dieta e le nostre eccellenze alimentari. Non tutti paesi sono a favore del nutriscore, mentre spingono per averlo Francia, Belgio, Germania, Olanda e Svizzera. Per fortuna i prodotti a denominazione d’origine protetta o controllata saranno esclusi da queste classifiche per la pronuncia dell’Antitrust, ma ci sono ancora tante contraddizioni e pericoli».

Le conseguenze per le aziende italiane sono pesantissime, come conferma Petrini. «L’adozione del nutriscore comporterebbe ripercussioni a livello commerciale, soprattutto su prodotti come olio o formaggio. Parliamo di un danno economico enorme per l’export. Così si va a creare una barriera d’ingresso verso gli altri paesi. E arriveremmo al paradosso di prodotti italiani imitati con valori che rispettano il nutriscore, ma non difendono l’identità del prodotto. Parliamo di cibi ultraprocessati che ricevono migliori classifiche rispetto a prodotti naturali, ma più grassi».

Ecco che il Nutrinform Battery potrebbe essere la soluzione compromesso. «In questo senso focalizza gli ingredienti, l’etichettatura deve fare questo, informare e descrivere: non deve essere prescrittiva o esprimere un giudizio qualitativo.  Per fortuna, secondo un sondaggio, solo il 4% della popolazione è influenzata positivamente dalla lettura dell’etichetta. E il 9% ha ricevuto un impulso a cambiare stile alimentare».

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